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Puglia: Il triste addio al regista Nico Cirasola, aveva 71 anni

«Di Nico Cirasola, dice il sindaco di Bari, Antonio Decaro, mi hanno sempre colpito la vitalità, la capacità di innamorarsi di progetti sempre nuovi, lo sguardo libero e originale con cui ha guardato il mondo e ha scelto di vivere la sua vita»

Addio, la scorsa notte, a 71 anni al regista pugliese Nico Cirasola, protagonista della Puglia artistica migliore. Cirasola, scomparso a Roma improvvisamente, è stato un artista a tutto tondo, capace di sfornare dei veri e propri capolavori, da lui pensati, scritti e anche diretti, quali i film “Odore di piaggia”, “Da do da”, ma anche “Focaccia Blues”, uno dei suoi capolavori più celebrati e l’ultimo, “Rudy Valentino”, con Pietro Masotti, Claudia Cardinale e Alessandro Haber.

Questo il commosso ricordo del sindaco di Bari, Antonio Decaro: «Nico Cirasola è stato un uomo di cinema a tutto tondo, una figura eccentrica e irregolare che si è misurata con la scrittura, la regia, l’interpretazione e la produzione. Un entusiasta, un artigiano del cinema, un uomo profondamente legato a questa terra, ai suoi volti e alle sue storie».

«Di Nico Cirasola, dice Decaro, mi hanno sempre colpito la vitalità, la capacità di innamorarsi di progetti sempre nuovi, lo sguardo libero e originale con cui ha guardato il mondo e ha scelto di vivere la sua vita».

Conclude «Oggi Bari perde un testimone sensibile e originale: ai suoi familiari e a chi gli ha voluto bene giunga l’abbraccio di tutta la città».

Toccante anche l’aneddoto del regista, sceneggiatore e produttore cinematografico, Pippo Mezzapesa, che scrive «Vent’anni, avevo appena girato un cortometraggio e dovevo andare a Roma per cercare qualcuno che mi aiutasse a fare il telecinema per poi iniziare il montaggio (passaggi tecnicoromantici legati alla pellicola, che chi ha iniziato a fare cinema con il digitale non può comprendere…)».

Prosegue «Approfittai di un passaggio a bordo della tua Volvo rossa. Il percorso Bari-Roma, da casello a casello, di solito si fa in circa 4 ore. Tra racconti sognanti, improbabili scorciatoie, panini con la bufala, soste in luoghi incredibili, incontri con viandanti che sembravano usciti dai tuoi film, quel viaggio durò quasi 10 ore… perché per te l’approdo era assolutamente secondario. Contava il viaggio. Buon viaggio, caro Nico».

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