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Puglia: In Consiglio Regionale, una proposta di legge su papilloma e bronchiolite

È stata presentata ieri una proposta di legge per conseguire la più ampia vaccinazione contro il Papilloma virus umano e la somministrazione in fase neonatale di anticorpi monoclonali contro la bronchiolite

Ancora una volta la salute dei pugliesi al centro dei lavori del Consiglio Regionale. È stata presentata ieri una proposta di legge per conseguire la più ampia vaccinazione contro il Papilloma virus umano e la somministrazione in fase neonatale di anticorpi monoclonali contro la bronchiolite.

Una strategia d’urto mai utilizzata in Italia, poiché subordina a un colloquio informativo finalizzato alla vaccinazione anti-HPV l’iscrizione a scuola dei ragazzi da 11 a 25 anni e autorizza la somministrazione degli anticorpi monoclonali contro la bronchiolite a tutti i neonati.

La proposta di legge è stata promossa dai consiglieri Fabiano Amati e Pierluigi Lopalco, e sottoscritta da Sergio Clemente, Sebastiano Leo, Ruggero Mennea, Saverio Tammacco e Mauro Vizzino.

«La lunga sequenza di leggi regionali fondate sulla prevenzione e cura dei bambini pugliesi – ha commentato Fabiano Amati – potrebbe restituirci, nel giro di qualche anno, il titolo di Regione con i ragazzi più sani d’Italia e forse d’Europa. La proposta di legge per debellare, non solo dunque combattere, il papilloma virus umano e la bronchiolite, mi pare un altro tassello nella più grande strategia della prevenzione, impostata sullo screening neonatale super esteso obbligatorio (61 malattie, compresa la SMA), il sequenziamento dell’esoma (diagnosi dell’85% delle malattie dall’1% del DNA), il progetto genoma “Carta d’identità genetica” (verificare alla nascita 450 condizioni di malattia esaminando un pannello di 407 geni) e la verifica genetica sulla predisposizione o sugli indizi del diabete di tipo 1 e della celiachia.

La proposta di legge presentata l’abbiamo scritta con il collega Pierluigi Lopalco, spingendoci al massimo possibile sul versante giuridico, in bilico su quanto può legiferare una regione, e sul versante clinico, in estrema apertura verso tutte le nuove tecnologie, provando a ridurre il solito scarto temporale tra l’innovazione disponibile e le procedure che le mettono a disposizione. Argomento questo su cui le amministrazioni pubbliche, in particolare quella statale, sono state già rimbrottate dalla Corte costituzionale, in occasione della sentenza sulla legge pugliese relativa al sequenziamento dell’esoma.»

La proposta di legge riguarda misure per conseguire l’aumento della copertura della vaccinazione anti Papilloma virus umano (HPV) e la prevenzione delle infezioni da Virus respiratorio sinciziale nel neonato (VRS – bronchiolite).

Vaccinazione anti-HPV.

Si tratta di una strategia per rendere la rete informativa a maglie strettissime, così da ridurre i non vaccinati alla sola percentuale di ragazzi e famiglie che scelgono il rifiuto in piena consapevolezza.

Per rendere dunque capillare il dovere d’informazione a carico delle autorità sanitarie e scolastiche sull’utilità della vaccinazione anti papilloma virus umano, così da debellare le infezioni e prevenire le relative conseguenze cancerose, nell’esclusivo interesse dei giovani pugliesi a una vita di relazione quanto più libera e affidabile, si stabilisce che l’iscrizione ai percorsi d’istruzione previsti nella fascia d’età 11-25 anni, compreso quello universitario, è subordinata alla presentazione di documentazione, già in possesso degli interessati, in grado di certificare l’avvenuta vaccinazione anti-HPV (quindi nessun aggravio per le strutture di certificazione), ovvero un certificato rilasciato dai centri vaccinali delle ASL di riferimento, attestante – a scelta degli interessati – la somministrazione, l’avvio del programma di somministrazione oppure il rifiuto alla somministrazione del vaccino.

Non è dunque previsto un obbligo vaccinale, ovviamente, ma l’attestazione di una scelta, finalizzata solo ed esclusivamente al diritto di essere informati dei ragazzi. Quale ulteriore prova che si tratti del diritto dei ragazzi (e famiglie) a essere informati, vi è l’ulteriore previsione di un’attestazione – alternativa alle prime tre ipotesi (somministrazione/avvio programma di somministrazione/rifiuto della somministrazione) – limitata al mero riferimento sull’avvenuto espletamento del colloquio informativo sui benefici della vaccinazione, senza dunque dover costringere gli interessati a prendere implicitamente posizione.

I dati raccolti nell’applicazione della disposizione, come riferita, rientreranno nella gamma dei dati sensibili in materia di salute e perciò dovranno essere protetti con le garanzie e le tutele previste dalla legge.

Prevenzione delle malattie da VRS – bronchiolite.

Si tratta della proposta di rendere disponibile un’efficace strategia di prevenzione delle malattie causate dal Virus respiratorio sinciziale (VRS) nei bambini, attraverso la somministrazione degli anticorpi monoclonali umani approvati dalle autorità regolatorie.

La somministrazione sarà effettuata: in ambito ospedaliero, prima delle dimissioni dal reparto di maternità, per tutti i bambini nati nel periodo epidemico ottobre-marzo; a cura dei servizi territoriali, possibilmente nel mese di ottobre e comunque prima della conclusione del periodo epidemico, per i bambini nati nel periodo aprile-settembre.

Le modalità di somministrazione, i dosaggi e la periodicità, saranno quelli stabiliti dai documenti approvati dalle autorità di regolazione e dalle linee guida più aggiornate.
La strategia preventiva andrà integrata e resa complementare ad altre modalità di prevenzione primaria qualora si rendessero disponibili.

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