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In punta di penna – Ostuni, l’intervista agli esponenti del centrosinistra e del M5S

L’assenza della politica, nella città bianca, si fa sentire e c’è necessità di una ripartenza decisa e vigorosa, per lasciarsi alle spalle quello che si può definire, in assoluto, il periodo più buio mai attraversato

di ALESSANDRO NARDELLI – Ostuni, una città sciolta per mafia e commissariata, questo il refrain che continua a ripetersi tra la cittadinanza, disorientata. L’assenza della politica, infatti, nella città bianca, si fa sentire e c’è necessità di una ripartenza decisa e vigorosa, per lasciarsi alle spalle quello che si può definire, in assoluto, il periodo più buio mai attraversato. Come fare? Ne parlano i principali protagonisti delle prossime elezioni comunali, per il centrosinistra e per il Movimento 5 Stelle.

P.S. Mancano le dichiarazioni di esponenti del centrosinistra che, legittimamente, hanno preferito non rilasciare dichiarazioni.

Foto di Giuseppe Tanzarella
Giuseppe Tanzarella

GIUSEPPE TANZARELLA (AREA SOCIALISTA) – «Bisogna, al più presto, superare questo momento che per la storia di Ostuni penso sia il peggiore della storia politica cittadina. Non si era mai avuto un commissariamento per infiltrazioni della criminalità, quindi ritengo che l’impellenza più grave, sia quella di superare, compatibilmente con i tempi, che sappiamo non essere brevi, questo momento buio della vita politico-amministrativa ostunese. Servirà riappropriarsi un attimo delle proprie prerogative politiche, quindi i cittadini, i partiti e le associazioni devono essere consapevoli dell’impegno che li attende per prepararsi al meglio per restituire a questa città, un’amministrazione, un governo che non può assolutamente continuare a mancare».

«Ostuni, ha vissuto decenni di grande sviluppo e il grande appeal turistico della città, dovuto alle sue bellezze paesaggistiche, storiche, culturali e architettoniche, frutto di un percorso di crescita durato un ventennio, partito dagli anni novanta. Secondo me era necessario un ulteriore passo in avanti, come servizi e come adeguamento degli strumenti di pianificazione, urbanistica, di viabilità e di servizi in genere, che non è mai avvenuto. La città, quindi, ha accresciuto il suo appeal, ma a un certo punto si è fermata».

«Quello che bisognerà fare, che è la parte più difficile, sarà cercare innanzitutto di riprendere le fila di un discorso e di recuperare ciò che si è perso, perché questa situazione ha danneggiato la città; facile è costruire ma molto più difficile è ricostruire dopo che si è distrutto. In questo caso, Ostuni ha, in parte, distrutto un po’ di dote che portava con sé, dopo un periodo di grande crescita. Quindi, adesso, risalire la china sarà più complicato, bisogna essere consapevoli anche di questo e quindi bisogna cercare di ricostruire e di far fare quel salto in avanti che sarebbe necessario per riportala ad essere un punto di riferimento all’interno del contesto provinciale. Qui, al di là dell’aspetto turistico e dell’appeal che la città che ha in dote strutturale, per le sue bellezze, a livello politico, latita su tutti i fronti. Attualmente, Ostuni, nel contesto Provinciale è sostanzialmente una cenerentola, in quanto non abbiamo un rappresentante in nessun contesto che conti qualcosa. Né a livello regionale, né a livello provinciale, né in enti importanti, possiamo dire di avere qualcuno che possa fare gli interessi della nostra città».

«Le primarie, sono uno strumento democratico che può servire a definire una leadership, in un’area che, però, condivida un progetto politico. Diversamente, le primarie a freddo non funzionano. Io ho già detto, dopo quell’articolo di giornale che mi ha tirato in ballo come potenziale candidato sindaco assieme a tanti altri, ho detto che non mi interessa il mio futuro personale, ma di creare una coalizione che sia in grado di dare alla città, un’amministrazione solida, credibile e seria. Il mio impegno va in questa direzione, a prescindere dalle sorti personali del sottoscritto».

«Oltre alla definizione di un programma, non si può prescindere dalla presa d’atto di ciò che è accaduto, con una formale presa di distanze da quello che è stato, dall’amministrazione che ci ha fatto toccare il punto più basso della storia politica cittadina e da una serie di altri principi che non sono derogabili. Se si riesce a trovare unità, si possono valutare le primarie, o convergere su un unico nome condiviso. Qualsiasi scelta o decisione dovrà comunque essere condivisa con l’intera area socialista».

Foto di Fabio Giorgino
Fabio Giorgino

FABIO GIORGINO (PD) – «Ostuni ha bisogno di un’iniziativa che sappia coinvolgere tutta la società. La ferita inferta alla città con lo scioglimento dell’amministrazione comunale richiede l’impegno di tutti i nostri concittadini per fare in modo che questa triste parentesi possa dirsi conclusa. Per quanto riguarda il PD di Ostuni, proseguendo il percorso intrapreso con la mia segreteria nel 2017 e poi concretizzatosi nella candidatura alla carica di sindaco di Angelo Pomes nel 2019, lavoreremo affinché si possano coinvolgere nella prossima campagna elettorale le migliori competenze della società ostunese, anche di quanti finora si sono tenuti ai margini della vita politica di questa città. Le sfide che la città dovrà affrontare, inserite in un contesto storico di grandi cambiamenti economici, sociali ed ambientali, richiedono competenze e dedizione».

«I pilastri su cui costruire il programma per la prossima campagna elettorale devono essere tre: L’impegno alla realizzazione di nuove infrastrutture, la più importante è certamente il porto e la manutenzione di quelle esistenti, che in alcuni casi versano in stato di abbandono, è un impegno che la prossima amministrazione deve assumere dinanzi alla cittadinanza. La tutela dell’ambiente intesa come rispetto del paesaggio, ad esempio, con la riconversione energetica di tutti gli edifici pubblici. Ed infine favorire, attraverso politiche fiscali e burocrazia, le iniziative di investimento privato e pubblico che possano determinare la creazione di posti di lavoro. Accanto a questi tre pilastri c’è bisogno che la futura amministrazione sappia essere concretamente al fianco dei nostri concittadini più bisognosi sostenendo le famiglie in precarie condizioni economiche e quanti devono convivere con condizioni di disabilità».

«Parlare di primarie in questo momento lo trovo inutile e strumentale. Sono più interessato a discutere di cose concrete, idee e programmi. Bisogna, quindi, prima comprendere e valutare se ci sono condivisioni di intenti sulle priorità da affrontare e le politiche da attuare».

Foto di Giuseppe Sgura
Giuseppe Sgura

GIUSEPPE SGURA (EMILIANO SINDACO DI PUGLIA) – «È ormai evidente come la città di Ostuni in questi mesi, di commissariamento, risulta essere abbandonata a sé stessa. Non c’è stata e continua a non esserci una progettualità per il miglioramento del territorio. È quindi necessario ripartire con progetti e indicazioni politiche al fine di riportare la nostra Ostuni allo splendore che merita. Sono tanti i punti di caduta che si sono evidenziati in questa stagione estiva, basti pensare ai parcheggi, alla pulizia della città, a cui si aggiunge l’abbandono al suo destino di Villanova e Camerini».

«Credo sia arrivato il momento, per tutte le forze del centrosinistra e il civismo che noi rappresentiamo, come Emiliano Sindaco Di Puglia, di attivarsi, sedendoci intorno ad un tavolo a parlare di progettualità, con un cronoprogramma a breve, medio e lungo termine. L’auspicio è quello di arrivare a stilare un programma che dia risposte serie alla cittadinanza e al territorio».

«Il nostro auspicio è che non ci siano fughe in avanti e che le scelte vengano condivise. Solo cosi, in uno scenario di ampio respiro, si potrà dare una giusta collocazione alla Nostra Ostuni nel panorama nazionale».

«Per quanto riguarda le primarie, il nostro movimento auspica che non vi siano, in quanto, per noi, queste ultime, invece di aggregare, dividono. Pertanto, si giunga ad un accordo programmatico, con l’individuazione del primo cittadino, che si dovrà trovare davanti ad un tavolo di trattativa politica».

Foto di Alessandro Nacci
Alessandro Nacci

ALESSANDRO NACCI (OSTUNI BENE COMUNE) – «Credo sia necessario ritrovare lo spirito costruttivo, innovativo e lungimirante che, per fare un esempio facilmente comprensibile, caratterizzò la prima giunta Cirasino del 1994. Occorre, quindi, ripartire dalla volontà di cambiare l’esistente, non arrendendosi di fronte alle inevitabili difficoltà che si incontrano ogni volta che si tenta di modificare “l’andazzo generale”. Parole chiave di questa inversione di tendenza dovranno essere programmazione e regolamentazione, che dovranno accompagnarsi alla riscoperta del valore dei beni pubblici e collettivi, tropo spesso sacrificati in favore di interessi privati e parcellizzati».

«Ripartirei, inoltre, da quei pochi provvedimenti positivi che hanno caratterizzato l’ultima consiliatura cittadina; mi riferisco, specificamente, al PUMS, strumento urbanistico sicuramente di valenza positiva, che richiede, tuttavia, alcuni aggiustamenti, soprattutto in relazione alla zona degli orti storici, che merita di trovare una specifica tutela e in merito alla individuazione delle aree da destinare a servizi e parcheggi, che vanno tenute ben più distanti dal centro cittadino».

«Le priorità sono relative alla necessità di regolamentare e programmare, avendo una precisa idea di sviluppo della città e del suo territorio. Imprescindibile a tale scopo è l’approvazione di un P.U.G., su cui si deve intervenire. Altrettanto urgente è dotarsi di un piano particolareggiato delle coste, con la previsione di posteggi pubblici (gratuiti per i residenti) che possano risolvere il problema del parcheggio selvaggio».

«Reputo le primarie uno strumento democratico di una qualche utilità soltanto all’esito di una fase di discussione che si risolva con la condivisione di una piattaforma programmatica comune. La scelta del candidato a Sindaco dovrebbe preferibilmente essere frutto della discussione tra le forze politiche che si alleano introno a una idea e un comune programma di governo».

Foto dell'On. Valentina Palmisano
On. Valentina Palmisano

VALENTINA PALMISANO (M5S) – «La presenza di una commissione straordinaria deriva da un percorso di massima sottovalutazione di quelle che sono dinamiche fondamentali all’interno di una macchina amministrativa che deve essere quotidianamente all’altezza di respingere e fronteggiare anche il minimo pericolo reale e concreto di situazioni come quelle che si sono verificate. E mi riferisco alla gestione anche politica di settori delicati per un Comune con gli affidamenti che ne sono conseguiti. Inadeguatezza legata anche a situazioni che andavano avanti da anni senza che ci fosse stato alcun intervento per invertire la rotta».

«Oggi la città è cosi Commissariata ed affidata allo Stato. Ed ecco la necessità di ripartire dalla cultura della legalità, partendo secondo da un’attività particolare: disincrostare quei meccanismi che si sono ormai consolidati. Anche questa è legalità. Ogni cittadino deve poter essere messo nelle condizioni di avere eguali diritti e servizi, senza per forza dover attendere o “chiedere”».

«Serve un rinnovamento che punti ad una “Politica Alta”, al servizio dei cittadini. È necessario porre davvero al centro di una questione quelli che sono i bisogni della città, che spesso poi sono le piccole cose: un’attenzione maggiore al decoro urbano o alla pulizia, alla possibilità di adeguare le nuove tecnologie alle esigenze dei cittadini. E poi servizi essenziali come le questioni dei parcheggi. Dobbiamo lavorare per migliorare la qualità della vita. Chi vorrà intraprendere il ruolo da candidato sindaco dovrà farlo nell’interesse di molti, non di pochi o personali. Sono premesse doverose che questa volta devono tradursi in realtà se davvero vogliamo cambiare la nostra città».

«Le primarie possono essere una soluzione. Come Movimento Cinque Stelle ci sottoponiamo alla scelta anche per le candidature al Parlamento, interpellando e coinvolgimento cittadini e attivisti. Ritengo le primarie uno strumento utile. È chiaro che in questo momento ogni valutazione locale va rinviata a quello che sarà l’esito del voto del 25 settembre».

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