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Bari: Giorgio Marchesi, un “Mattia Pascal” perfetto e contemporaneo

Giorgio Marchesi non ha semplicemente recitato, ma ha incantato il pubblico con due interpretazioni ravvicinate di grandissimo livello

di Christian Montanaro Che Giorgio Marchesi fosse bravo lo sapevano già un po’ tutti. Che, però, fosse così bravo è cosa che, magari, era ancora sfuggito a qualcuno.
Bene, ora per chi li avesse nutriti in precedenza, non ci possonk essere più dubbio di sorta.
Giorgio Marchesi è, a tutti gli effetti e a pieno diritto, uno degli attori più dotati del panorama cinematografico nostrano.

Ieri sera dal “Fu mattia Pascal” al teatro polifunzionale “Anchecinema” di Bari la conferma definitiva. Giorgio Marchesi non ha semplicemente recitato, ma ha incantato il pubblico con due interpretazioni ravvicinate di grandissimo livello. Interpretando uno dei personaggi più leggendari e controversi della letteratura italiana, quel Mattia Pascal reso celebre dal genio di Luigi Pirandello, in cui un po’ tutti noi ci rivediamo costantemente.

Tra realtà e finzione, tra volti reali e maschere finte nell’ ineluttabile desiderio di fuggire da noi stessi alla ricerca di non si sa bene qui utopistiche identità aliene.
Abilissimo nel cambiare continuamente registro, Marchesi, accompagnato dalle convincenti musiche del bravissimo direttore di orchestra, ha sfoggiato una elaborazione moderna e contemporanea del testo che ha reso sicuramente più digeribile la storia di Mattia Pascal.

«Una storia che non passa mai di moda, perché come tutti i grandi classici hanno sempre qualcosa da dire, ci conferma il protagonista. Abbiamo abbandonato il 1904 per ambientare il testo in tutto il 900′, con ritmo, musiche e quant’altro. Del resto è nell’ animo umano la voglia di fuggire e di cambiare identità e non ha quindi un rigido limite temporale.»

Uno spettacolo nello spettacolo, con un testo profondo e ben recitato che fa riflettere su come ancora oggi, ai tempi dei social, tutti amiamo creare identità e profili diversi, rinnegando noi stessi, senza però riuscire a divincolarci del tutto dalla carnalità del nostro spirito e dalla essenza del nostro involucro corporeo. “Uno, nessuno e centomila” come direbbe lo stesso Pirandello, ma questa è già una altra storia….

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