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A Vico del Gargano, studi in vista del Piano Strategico per il rilancio dell’olivicoltura

L’olivicoltura rappresenta il 12% del Prodotto Interno Lordo di Vico del Gargano. Si tratta di un settore che, per “il paese dell’amore”, vale non meno di 7,5 milioni di euro

L’olivicoltura rappresenta il 12% del Prodotto Interno Lordo di Vico del Gargano. Si tratta di un settore che, per “il paese dell’amore”, vale non meno di 7,5 milioni di euro. Sono queste le stime elaborate dal professor Nello Biscotti, esperto di agricoltura, nello studio e nel documento propedeutico al primo “Piano Strategico e Integrato per il recupero e la valorizzazione della storica olivicoltura di Vico del Gargano”, uno strumento di cui l’Amministrazione comunale vichese intende dotarsi per affrontare in modo organico (e per la prima volta nel Gargano) le questioni strutturali dell’olivicoltura di Vico.

La superficie agricola olivetata di Vico del Gargano, secondo i dati forniti da Daniele Bonsanto, è pari attualmente a 1000 ettari. L’antica e consolidata tradizione olivicolo-olearia di Vico del Gargano è testimoniata dal Museo Trappeto Maratea, antichissimo frantoio operante già dal 1300.

Una tradizione che, attualmente, conta su frantoi capaci negli ultimi anni di ammodernarsi, investendo in infrastrutture e tecnologie all’avanguardia. Sullo stato dell’olivicoltura vichese, per analizzare criticità, punti di forza e possibilità di rilancio del settore, il Comune di Vico del Gargano ha organizzato un focus al quale hanno partecipato, oltre ai già citati Nello Biscotti e Daniele Bonsanto, l’esperta Sabrina Pupillo, gli olivicoltori e i frantoiani del territorio, la Pro Loco, gli imprenditori agricoli e i consumatori.

Il gruppo di tecnici esperti convocati dall’Amministrazione ha fornito i dati sui quali confrontarsi e iniziare un lavoro che dovrà portare all’adozione del Piano Strategico di rilancio.

«L’olivicoltura e, più in generale, l’agricoltura di Vico e dell’intera area garganica non sono mai stato oggetto di uno studio organico e di un programma di azioni politiche coerenti di sostegno e sviluppo, dichiara il sindaco Raffaele Sciscio. L’intento di questo primo incontro, dunque, è quello di assumere i dati di contesto, analizzarli e, in base a quanto essi evidenziano, concertare e mettere in campo un serio programma di rilancio sia dell’olivicoltura che del comparto primario in generale.»

Una delle criticità evidenziate da Sabrina Pupillo è la tendenza del settore olivicolo-oleario di Vico del Gargano a caratterizzarsi per la ‘vendita all’ingrosso’, una commercializzazione che non valorizza l’identità di prodotto e non utilizza appieno le possibilità di creare valore aggiunto e maggiore redditività puntando sul ‘marchio’ e sulla identificazione fra territorio e prodotto.

«A Vico e in tutto il Gargano operano realtà imprenditoriali d’eccellenza in questo settore, aggiunge Sciscio, che da tempo hanno iniziato a produrre olio extravergine d’oliva di straordinaria qualità, imbottigliando e vendendo con il proprio marchio, ma c’è ancora una larghissima parte di piccoli olivicoltori che producono per vendere all’ingrosso.»

Il tavolo di lavoro, che tornerà a riunirsi dopo le festività natalizie, affronterà dunque una serie di questioni: dalle modalità di produzione olivicola alle caratteristiche della trasformazione e della vendita dell’olio ‘made in Vico del Gargano’.

L’obiettivo è di affrontare anche le difficoltà aggiuntive causate da aspetti legati alla geomorfologia della superficie olivettata e dai conseguenti costi di produzione, più alti rispetto ad altre zone della provincia di Foggia e dell’intera Puglia.

Eppure, proprio le caratteristiche territoriali, tra cui le proprietà più uniche che rare di un’area posta nel cuore del Parco del Gargano, che beneficia della collocazione tra mare e montagna, determinano una eccellente qualità sia delle olive che dell’olio da esse prodotto.

«Il confronto avviato con il tavolo di lavoro, annuncia Sciscio, proseguirà subito dopo le festività natalizie. L’olivicoltura di Vico del Gargano ha necessità di essere sostenuta per aumentare valore aggiunto e redditività. Gli obiettivi sono ambiziosi, ma c’è la determinazione convergente dell’Amministrazione comunale e di tutti gli attori sociali e imprenditoriali interessati a lavorare insieme in questa direzione.»

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