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La Puglia ricorda Capaci: Eventi per commemorare l’attentato che sconvolse l’Italia

Per ricordare quel tragico episodio, pagina di sangue della storia del nostro Paese, in tutta la Puglia sono decine gli eventi organizzati dalle associazione e dalle pubbliche amministrazioni

Sono passati 31 anni da quel 23 maggio 1992, quando Cosa Nostra assassinò, in un terribile attentato dinamitardo, il magistrato antimafia Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Un avvenimento che ha segnato la storia del nostro Paese e della nostra regione, perché pugliesi erano Antonio Montinaro e Rocco Di Cillo.

Per ricordare quel tragico episodio, pagina di sangue della storia del nostro Paese, in tutta la Puglia sono decine gli eventi organizzati dalle associazione e dalle pubbliche amministrazioni per perpetuare la memoria di quel che la strage, passata alla storia come Strage di Capaci, rappresenta.

La Regione Puglia ricorda le vittime simbolo della difesa della libertà e della dignità degli italiani contro la mafia. Già negli scorsi giorni sono iniziate le commemorazioni a Bari dove, sui muri che delimitano le ex casermette che saranno abbattute in previsione del Parco della Giustizia, in corrispondenza di via Falcone e Borsellino, l’artista Kris Rixek, su proposta della Uil, ha realizzato un murales raffigurante proprio i due magistrati antimafia.

Alle ore 10.00, nel Palazzo della Presidenza della Regione (lungomare Nazario Sauro 33), sala Di Jeso, il presidente della Regione Puglia ha presentato un progetto che promuove la memoria e la cultura della legalità insieme alla Fondazione “Stefano Fumarulo” con Angelo Pansini, Tilde Montanaro sorella di Antonio, Maria Luisa Fumarulo, Roberto Venneri e Annatonia Margiotta, i sindaci di Caprarica, di Calimera e di Martignano. Presente una rappresentanza degli studenti dell’Istituto Comprensivo Statale di Calimera, che è la stessa scuola frequentata in passato da Antonio Montinaro.

Sempre alle ore 10.00 stamattina, una corona d’alloro è stata deposta presso la targa “Per non dimenticare” nel quartiere Santa Rita, un’altra in via Falcone e Borsellino alle 11.00, nel giardino intitolato a Francesca Morvillo alle 11.30 e nel giardino “Peppino Impastato” a Catino, alle 12.00.

Alle 11.00, presso l’aula magna della Corte di Appello, l’attore Riccardo Scamarcio ha letto brani tratti dalle interviste rilasciate da Giovanni Falcone, in una cerimonia a cui parteciperanno anche il presidente della Corte e il procuratore generale del Tribunale di Bari. Al termine, è stato conferito un riconoscimento a don Riccardo Agresti, responsabile del progetto “Senza Sbarre” della diocesi di Andria.

A Gioia del Colle, presso Palazzo san Domenico alle 10.30, la Giornata della Legalità ha rappresentato l’occasione per rendere omaggio alla memoria dei giudici Borsellino e Falcone e a tutte le vittime delle mafie.

Durante la celebrazione, sulla facciata principale del Palazzo è stato esposto un telo raffigurante i due magistrati e, a seguire, nel chiostro comunale, si terrà un momento di riflessione e di approfondimento sui temi della legalità e della sicurezza.

Continuano nel pomeriggio le iniziative legate a questo anniversario: alle ore 17.57 si terrà la cerimonia del Comune di Bari con la deposizione di una corona di fiori da parte del Sindaco sulla facciata esterna di Palazzo di Città.

A seguire un contributo da remoto all’iniziativa “Falcone e Borsellino” organizzata a partire dalle ore 18 al Castello Aragonese di Taranto.

Alle 18.30, a Triggiano, l’iniziativa “Capaci di Legalità” per partecipare all’evento in memoria di Rocco Di Cillo nel centro storico.

Martedì 24 maggio, alle ore 19.00, sarà invece a Calimera nella chiesa Madonna della fiducia per partecipare alla Santa messa in memoria di Antonio Montinaro officiata da Don Luigi Ciotti.

Foto della cerimonia
La cerimonia

Le celebrazioni della città di Bari – Nella giornata odierna l’amministrazione comunale ha ricordato il 31^ anniversario della strage di Capaci, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, con la deposizione di corone d’alloro nei luoghi dedicati al ricordo dei martiri di questo tragico evento che ha segnato, al contempo, il risveglio della coscienza civile in tutto il Paese.

Alle 17.57, ora esatta della strage, presso la facciata di Palazzo di Città, il sindaco Antonio Decaro ha osservato un minuto di raccoglimento accompagnato dalle note de “Il silenzio”, indossando la fascia tricolore, simbolo dell’unità nazionale e dei valori costituzionali per difendere i quali Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti della scorta persero la vita.

A seguire Decaro ha preso la parola: «La strage di Capaci non è stata una strage che ha riguardato solo le mafie siciliane – ha detto -. La strage di Capaci è stata una strage italiana che ha ammazzato il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, gli agenti della sua scorta Rocco di Cillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro e, con loro, ha tentato di ammazzare un’idea di Stato che ha combattuto la mafia a viso aperto. Perché questo ha fatto Giovanni Falcone per tutta la sua vita: ha guardato in faccia le mafie che rendevano prigioniera la sua terra e ha cercato di combatterle con le uniche armi che gli uomini delle istituzioni posseggono: le leggi».

Ha proseguito «Giovanni Falcone non ha indietreggiato. Così come non ha indietreggiato Paolo Borsellino nonostante l’accaduto, consapevole che quello di Capaci era un messaggio rivolto anche a lui e a tutti gli uomini e le donne di Palermo che avevano deciso di non abbassare la testa».

Ha spiegato «Abbassare la testa, lasciar morire lì a Capaci anche lo straordinario lavoro del giudice Falcone avrebbe significato farlo morire due volte. Perché è la paura il sentimento su cui la mafia fa leva attraverso le minacce, le intimidazioni, i cosiddetti avvertimenti. Ed è qui che dobbiamo intervenire noi, le istituzioni, e lavorare insieme alle scuole, le parrocchie, e le associazioni dobbiamo essere più forti nel costruire quella rete di protezione culturale e sociale che non lascia spazio alle loro voci. Anche a questo serve ricordare la giornata di oggi e l’esempio di Giovanni Falcone. A ricordarci che la paura è un sentimento naturale ma se si condivide con chi ti sta accanto ha meno forza e non ti impedisce di scegliere di stare dalla parte giusta».

Ha concluso «A Giovanni Falcone, alla sua scorta, a Francesca Morvillo, a tutti i servitori dello Stato, oggi dedichiamo idealmente l’inizio dei lavori che permetteranno finalmente a Bari di avere una sede giudiziaria degna dell’importanza delle sue funzioni e del suo lavoro per la nostra comunità. A loro dedichiamo il nostro impegno per la realizzazione di quest’opera, affinché tutti gli operatori di giustizia sappiano che il loro lavoro per la città di Bari è importante, sebbene per troppo tempo non abbia ricevuto l’attenzione che merita. Grazie per quello che fate per la nostra città».

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