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Caso Bari: Giacomo Olivieri interrogato ha dato la sua versione dei fatti

Olivieri, assistito dai suoi legali Luca e Gaetano Castellaneta, dinanzi ai pm ha dato la sua versione dei fatti sui rapporti con i soggetti indicati nelle contestazioni: «Si è reso disponibile – hanno detto i difensori – a rendere ulteriori chiarimenti sulle altre circostanze.»

Si è tenuto ieri pomeriggio nella procura di Bari l’interrogatorio di Giacomo Olivieri, l’ex consigliere regionale pugliese arrestato lo scorso febbraio con l’accusa, tra l’altro, di scambio elettorale politico-mafioso in relazione alle elezioni comunali di Bari del 2019.

Nell’inchiesta denominata “codice interno” furono arrestate complessivamente 130 persone tra cui anche la moglie di Olivieri, Maria Carmen Lorusso (ai domiciliari), ex consigliera comunale di Bari che avrebbe beneficiato per la sua elezione della compravendita dei voti tra suo marito e clan malavitosi cittadini.

Olivieri, assistito dai suoi legali Luca e Gaetano Castellaneta, dinanzi ai pm ha dato la sua versione dei fatti sui rapporti con i soggetti indicati nelle contestazioni: «Si è reso disponibile – hanno detto i difensori – a rendere ulteriori chiarimenti sulle altre circostanze.»

L’interrogatorio infatti verteva su due imputazioni: l’associazione per delinquere finalizzata allo scambio elettorale politico-mafioso e l’estorsione ai danni della Banca Popolare di Bari. Due accuse su cui, nell’interrogatorio di garanzia, il 62enne avvocato aveva scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Stavolta ha invece risposto alle domande, provando a spiegare i rapporti con i clan baresi.

L’ex esponente politico da marzo è in carcere a Lanciano in una cella di Alta sicurezza: ha fatto già ritorno in Abruzzo. Il Tribunale del Riesame ha detto «no» al ritorno in libertà sia di Mari Lorusso, sia del padre Vito, l’ex oncologo dell’Irccs accusato pure lui di aver comprato voti a favore della figlia.

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