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Puglia, Legge Anticorruzione: Mennea (Azione), «Pd boccia la proposta. Insisteremo». PD, «Una legge che non convince»

«La lotta alla corruzione e allo sperpero di denaro pubblico si effettua soprattutto attraverso strumenti legislativi che permettono di poter operare in tale direzione» dice Mennea

«La lotta alla corruzione e allo sperpero di denaro pubblico si effettua soprattutto attraverso strumenti legislativi che permettono di poter operare in tale direzione, a patto che vi sia la volontà personale e politica e per questo credo che sia assolutamente incomprensibile e deplorevole la bocciatura della mia proposta di legge avvenuta oggi in II Commissione». Così Ruggiero Mennea, capogruppo di Azione in Consiglio regionale in merito alla proposta di legge per l’adozione del modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del decreto legislativo 8 giugno 2001 n.231.

«Una proposta di legge presentata la prima volta nel 2021, approvata all’unanimità in Commissione dopo un lungo travaglio e poi bocciata in aula dagli stessi consiglieri di maggioranza che l’avevano approvata in Commissione. Ripresentata nel 2023 e, quasi a fine legislatura, approvata in VII Commissione e oggi bocciata in II Commissione, con il voto contrario del presidente Di Gregorio e dei consiglieri Caracciolo, Lopalco e Leoci, a testimonianza del costante e mai motivato ostruzionismo subito da questa legge. È naturale pensare che nel Pd esistono due anime: una più sensibile alla lotta alla corruzione (i consiglieri Mazzarano e Paolicelli, che hanno votato a favore in VII Commissione) e una che in modo schizofrenico ostacola questo percorso virtuoso che rende ancora più trasparenti gli atti e i rapporti della Pubblica Amministrazione con i percettori di risorse pubbliche», prosegue Mennea.

«Il consigliere Caracciolo, in particolare, nella penultima seduta di Commissione aveva chiesto un rinvio al solo fine di recepire il parere tecnico su alcuni emendamenti dalla Segreteria Generale della Presidenza, – spiega il capogruppo di Azione – salvo poi votare contro malgrado il suddetto parere fosse favorevole, a dimostrazione del fatto che la sua volontà era solo quella di bloccare un provvedimento che consente di introdurre uno strumento di controllo interno, in aggiunta a quelli esistenti, sul rispetto della legalità e di prevenzione di reati societari, ambientali, informatici, tributari e di criminalità organizzata. Per quale motivo, non è dato saperlo, ma è facilmente intuibile. Inoltre, sostenere che la Regione sia già dotata di strumenti sufficienti a garantire principi di legalità e trasparenza si scontra con i numerosi casi di cronaca giudiziaria degli ultimi anni. È evidente, quindi, che il sistema di controlli va rafforzato, ed è questo lo spirito della mia proposta di legge.»

«Un ringraziamento – aggiunge – va ai colleghi che hanno votato a favore, Stellato, Di Cuia e Perrini. Al consigliere Perrini, che presiede la Commissione di studio e d’inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia chiedo di valutare la possibilità di discutere di questa proposta di legge anche in quella sede, così come chiedo al nuovo assessore regionale alla Legalità, Viviana Matrangola, di pronunciarsi su questo provvedimento e assumere una posizione inequivocabile

Mennea conclude: « È chiaro che quanto accaduto oggi non ci ferma di un millimetro. Noi crediamo fortemente nel valore della legalità e della trasparenza e faremo tutto ciò che è possibile affinché questa proposta di legge sia finalmente approvata

I componenti Pd della II Commissione consiliare, Pier Luigi Lopalco, Filippo Caracciolo e Vincenzo Di Gregorio hanno risposto alle dichiarazioni di Mennea: «Non accettiamo lezioni di morale da nessuno, sia chiaro. Il nostro voto contrario, oggi in II Commissione, alla proposta di legge presentata dal Consigliere Mennea nasce da una riflessione: il tema della prevenzione della corruzione e del rispetto della legalità è un valore fondamentale che la Regione Puglia è da tempo impegnata a perseguire, sia in ambito legislativo che gestionale.

Vogliamo essere chiari: non convince una legge che, anche alla luce delle note giunte dalla Segreteria Generale della Presidenza, sembra non incidere in termini di trasparenza e legalità. Temi come questi vanno trattati con rispetto e con provvedimenti utili, non diventare vetrine per conquistare qualche pagina di giornale.

Ora, nella consapevolezza che si debba fare di più e che serva sempre maggiore impegno per raggiungere un più rigoroso rispetto delle regole, invitiamo il consigliere Mennea a non indossare maglie della legalità e a non rilasciare patenti

«Le dichiarazioni dei Consiglieri Lopalco, Caracciolo e Di Gregorio in replica al mio comunicato sono sterili slogan privi di reale contenuto», dichiara il capogruppo di Azione in Consiglio regionale, Ruggiero Mennea, in risposta.

«La mia proposta di legge per l’adozione del modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del decreto legislativo 8 giugno 2001 n.231 è già da tempo legge in molte Regioni, a dimostrazione dell’effettiva incisività in termini di lotta alla corruzione. Le note giunte dalla Presidenza della Giunta regionale, dopo la presentazione di alcuni emendamenti correttivi, sono state tutte positive. L’unica perplessità sollevata è relativa all’applicabilità della mia pdl alle Agenzie regionali, sebbene l’Ufficio legislativo del Consiglio regionale non abbia mai sollevato obiezioni in tal senso e sebbene tale previsione sia inserita nella Legge regionale dell’Abruzzo, mai impugnata dal Governo davanti alla Corte Costituzionale», prosegue Mennea.

«È invece singolare che il Presidente Di Gregorio voti contro dopo aver presentato un emendamento alla pdl, atto che denota una volontà di migliorare il testo e non certo di bocciarlo. Forse ha dovuto sottostare ad altri ordini di scuderia? Non dispenso lezioni di morale, né posso rilasciare patenti di qualsiasi genere, ma i miei sono atti, e non parole, e sono atti a tutela della legalità. Io spero che in Aula ci sia un sussulto di coscienza e che questa proposta di legge sia approvata. Ma se così non fosse, i cittadini sapranno sicuramente come considerare chi predica bene e razzola male», conclude Mennea

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