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Bari: La cooperativa Gea promuove un evento sull’affidamento dei minori

Si chiama “Cantieri dell’affido” e ha l’obiettivo di divulgare una volta di più la cultura dell’affidamento familiare dei minori. Nella sede della cooperativa Gea verrà allestita una mostra fotografica

Non c’è nulla di più bello che prendersi cura degli altri, entrare nella vita di chi ha bisogno e dare una mano a superare un momento difficile. È questo il senso del servizio affido del Comune di Bari, gestito dalla cooperativa Gea che ha organizzato una due giorni dedicata al tema, con una mostra fotografica e appuntamenti con addetti ai lavori e famiglie affidatarie.

L’appuntamento è fissato per i prossimi 27 e 28 giugno a Bari, nella sede della cooperativa in via Livatino 94 (Business Center di Carbonara), per vivere una due giorni fatta di esperienze di chi opera ma anche, anzi soprattutto, di chi vive la realtà dell’affidamento.
Si chiama “Cantieri dell’affido” e ha l’obiettivo di divulgare una volta di più la cultura dell’affidamento familiare dei minori. Nella sede della cooperativa Gea verrà allestita una mostra fotografica per rappresentare scene di vita vissuta da parte dei protagonisti di storie che sono già modello per tanti altri.

Il programma completo prevede anche momenti di incontro con gli addetti ai lavori, gli operatori, gli psicologi e gli educatori che, all’unisono, compongono il team che accoglie e accompagna coloro che scelgono di prendere in affidamento un minore.

A rivelare gli obiettivi della manifestazione è la dottoressa Grazia Vulpis, presidente della cooperativa Gea: «Gli anni di lavoro sono ormai tanti e abbiamo capito che la cultura dell’affidamento dei minori ha ancora margini di crescita. Sono tante le persone, infatti, che risponderebbero subito alla chiamata di prendersi cura, seppur momentaneamente perché non si tratta di adozione, di qualcun altro ma spesso semplicemente non sanno come fare, da dove cominciare. Di conseguenza, la nostra continua azione di promozione e sensibilizzazione si rivolge ai baresi che vogliono dare e sentirsi parte attiva di una comunità.»

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