spot_img

Taranto, Bernabè allarma sul rischio bomba ecologica

Spiega Bernabè che lavoriamo tutti quanti concordemente per lo sviluppo di questo stabilimento. Se viene abbandonato il problema non è più risolvibile

di MATTIA URSO – In occasione delle audizioni in commissioni di Bilancio e Industria del Consiglio regionale pugliese, ha parlato oggi il presidente del Cda di Acciaierie d’Italia Spa, Franco Bernabè, che ha spiegato che lo stabilimento ex Ilva di Taranto deve rimanere in vita, restando uno stabilimento che produce acciaio in maniera compatibile dal punto di vista ambientale, ma deve rimanere in vita, in quanto uno stabilimento morto di quella grandezza, diventa una pericolosa bomba ecologica. Spiega Bernabè che lavoriamo tutti quanti concordemente per lo sviluppo di questo stabilimento. Se viene abbandonato il problema non è più risolvibile.

Bernabè parla poi di obiettivi, concreti e dettagliati, affermando il primo prevede la decarbonizzazione completa dello stabilimento con degli obiettivi articolati. Deve essere un impianto capace di utilizzare l’idrogeno, quindi sarà necessaria una riconversione graduale. Il secondo obiettivo è l’occupazione recuperando la competitività. Il terzo obiettivo è la sostenibilità economica. il quarto obiettivo è la crescita, facendo crescere la cultura dell’acciaio.

Il piano, conclude Bernabè, si sviluppa sul decennio 2022-2032: entro il 2024 saranno svolti interventi su area a caldo per un investimento da 1,4 miliardi. Tra il 2024 e 2027 sarà attivato il primo forno elettrico.

IL COMMENTO DEL CAPOGRUPPO M5S MARCO GALANTE

«L’audizione – spiega il capogruppo del M5S Marco Galante intervenuto durante la discussione in aula – è stata molto utile per avere dettagli sul piano industriale per il completamento del progetto di transizione degli impianti dell’ex Ilva di Taranto. Dispiace però che il presidente non abbia risposto alle specifiche domande che gli ho posto innanzitutto sui livelli produttivi di cui si stava parlando; sui numeri per quello che riguarda la forza lavoro che sarà impiegata e sulle numerose denunce che tutti i giorni ci arrivano da parte degli operai sulla mancanza di materiali di dispositivi di protezione individuale come i guanti, che a volte sono costretti a portarsi anche da casa e dei pezzi di ricambio. Vista questa mancanza di risorse la domanda legittima è come si possa attivare tutto il resto degli investimenti».

Prosegue Galante: «Avremmo voluto anche capire se sia stata fatta già una valutazione sulle potenzialità che avrà quest’impianto una volta completato il piano industriale nel 2032. Domande cui auspichiamo di poter avere una risposta al più presto, magari in una futura audizione sullo stabilimento in cui coinvolgere anche la Commissione Sanità. Non possiamo dimenticare infatti che l’impianto non ha ancora la valutazione dell’impatto sanitario, ambientale e di incidenza, come ho ricordato, e che l’Arpa ha più volte segnalato che permangono rischi non accettabili per la salute. Quando si parla di ex Ilva non ci si può permettere che i cittadini debbano ancora scegliere tra lavoro e sanità, serve il massimo controllo su tutti i passaggi che porteranno all’idrogeno verde e per questo chiederemo audizioni e dati continui. Noi ci batteremo a tutti i livelli per un monitoraggio costante e per la salute dei cittadini».

- Advertisement -spot_img

Ultime Notizie

NOTIZIE CORRELATE