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Il presidente della commissione antimafia, Renato Perrini, propone un protocollo fra Regione Puglia e DIA per contrastare la corruzione

«Un protocollo che punta a rafforzare la prevenzione e il contrasto alla criminalità, mediante verifica e monitoraggio delle procedure d’appalto, autorizzazioni, concessioni, riconoscimento di benefici economici, con particolare riferimento al PNRR»

Puglia, il presidente della Commissione Antimafia, Renato Perrini, in una nota dichiara «Ho depositato volutamente la proposta di Protocollo tra Regione Puglia e Direzione investigativa antimafia (DIA), per contrastare la corruzione negli appalti pubblici, per onorare la memoria delle vittime della Strage di Capaci avvenuta 31 anni, nella quale persero la vita i magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e degli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro».

Prosegue «Un protocollo che punta a rafforzare la prevenzione e il contrasto alla criminalità, mediante verifica e monitoraggio delle procedure d’appalto, autorizzazioni, concessioni, riconoscimento di benefici economici, con particolare riferimento al PNRR, nonché ai Programmi operativi, Piano sviluppo e Coesione. Un controllo preventivo e capillare fatto da uomini e donne che indossando ogni giorno una divisa delle forze dell’ordine possono a monte scardinare ogni tentativo di corruzione, considerato che, si sta assistendo ad un ‘passaggio da una mafia rozza ad una sofisticata, che ha compreso che gli enti locali sono il collo di bottiglia attraverso cui passerà l’erogazione dei fondi europei, pertanto cerca di infiltrarsi e avere un controllo diretto sulle risorse finanziarie».

Conclude «Per altro un Protocollo già firmato fra la Regione Calabria e la DIA e quindi di possibile applicazione anche in Puglia. Per questo motivo ho chiesto l’audizione del segretario generale della presidenza e del dirigente della sezione sicurezza cittadino politiche per le migrazioni ed antimafia sociale per comprendere se il Protocollo siglato dalla Regione Calabria e la DIA come strumento di contrasto alla corruzione possa essere adottato anche in Puglia.»

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