Un’iniziativa unica in Italia: l’Amministrazione comunale inaugura due monumenti nell’area mercatale per onorare le vittime delle foibe e gli internati militari della Seconda Guerra Mondiale, sottolineando il valore universale della pace e della memoria
«Non esistono morti di serie A o di serie B, né guerre più giuste di altre: ogni vita spezzata è una ferita per l’umanità intera». Con queste parole il sindaco di Monteroni di Lecce, Mariolina Pizzuto, ha aperto la cerimonia di inaugurazione delle due stele monumentali erette nell’area mercatale: una in onore delle vittime delle foibe, l’altra dedicata agli internati nei campi di concentramento nazisti. Si tratta di un’iniziativa inedita sul territorio nazionale, voluta dall’Amministrazione comunale per celebrare, senza alcuna distinzione, la memoria di quanti hanno pagato con la vita l’orrore della guerra e dei totalitarismi.
L’evento, organizzato dall’Assessorato alla Cultura, guidato da Ramona Visconti, in collaborazione con l’Associazione Arma Aeronautica – Aviatori d’Italia – ETS, si è svolto alla presenza di diverse autorità civili e militari. Tra queste, il prefetto di Lecce, Natalino Manno, che ha espresso il proprio apprezzamento, e gli alti ufficiali dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Capitaneria di Porto di Gallipoli, della Scuola di Cavalleria, della Stazione Navale di Brindisi e dell’Aeronautica Militare. Presenti anche i consiglieri regionali Erio Congedo e Antonio Trevisi.
Significativo il coinvolgimento degli Istituti Primo e Secondo Polo di Monteroni, diretti da Loredana Signore e Graziano De Palma: le studentesse e gli studenti hanno letto brani di autori come Primo Levi e Liliana Segre, e hanno eseguito l’“Inno alla Gioia” dell’Unione Europea, invitando a riflettere su odio razziale, deportazione e la necessità di difendere la pace. «Viviamo in tempi in cui il concetto di Pace sembra vacillare sotto il peso di nuovi conflitti – ha aggiunto la sindaca Pizzuto –. Abbiamo il dovere di rinnovare l’impegno per la giustizia, la libertà e la convivenza civile».
Le due stele, collocate rispettivamente in via Del Mare, all’interno del parco intitolato all’Internato Militare Antonio Quarta, e vicino alla sede della Polizia Locale, portano incisi i nomi di 131 internati originari di Monteroni e i nomi di due carabinieri infoibati. Un lavoro di ricerca fondamentale è stato svolto da Salvatore Quarta, figlio di uno degli internati, il quale ha ricostruito con pazienza le storie di tante famiglie. Tra i presenti, il figlio di uno di questi militari, giunto da Matera per ritrovare le radici paterne.
Durante la cerimonia è stata data lettura dei nomi di tutti gli infoibati e gli internati, perché, come recita la motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare all’Internato Ignoto, conferita il 19 novembre 1997: «Il loro nome si è dissolto, ma il valore ancora oggi è esempio di redenzione per l’Italia». Un monito affinché la memoria, custodita e onorata, continui a orientare le scelte del presente e del futuro a difesa dei valori di pace e solidarietà.