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Prevenzione incendi nel leccese, scatta il conto alla rovescia: obbligo di pulizia entro il 31 maggio

I Carabinieri Forestali intensificano i controlli nel Salento: proprietari di terreni, pascoli e aree boscate hanno tempo fino alla fine del mese per eseguire le misure di prevenzione. Sanzioni salate e responsabilità penali per chi non si adegua, fondamentale il Catasto delle aree bruciate per contrastare ogni tentativo speculativo

Ultimi giorni per adeguarsi agli obblighi di prevenzione incendi nei territori rurali della provincia di Lecce. Entro il 31 maggio, infatti, come stabilito dalla Legge Regionale n. 38 del 2016, i proprietari e i conduttori di terreni agricoli, pascoli e aree boscate sono tenuti a completare le opere di pulizia e manutenzione, in particolare lungo i perimetri delle superfici esposte al rischio incendi. Scaduto il termine, scatteranno sanzioni amministrative e, nei casi più gravi, anche responsabilità penali.

I Carabinieri Forestali, con il Gruppo provinciale di Lecce e i Nuclei di Gallipoli, Maglie, Otranto, Tricase e Lecce, avvieranno dal 1° giugno una fitta rete di controlli per accertare l’effettiva esecuzione delle cosiddette precese, ovvero la lavorazione e pulizia del terreno per una larghezza minima di 15 metri intorno a boschi, campi incolti, pascoli, campeggi, villaggi turistici, scarpate stradali e ferroviarie. Analogamente, si devono garantire fasce di protezione di almeno 5 metri intorno alle superfici boscate e mantenere efficienti i viali tagliafuoco.

Il mancato rispetto di tali obblighi comporta sanzioni fino a 833 euro per l’omessa realizzazione delle fasce di protezione e fino a 1.600 euro per l’abbruciamento illecito di residui vegetali nel periodo vietato, che va dal 1° giugno al 30 settembre. In caso di incendio boschivo provocato da trascuratezza, il responsabile può incorrere nel reato previsto dall’art. 423-bis del codice penale, punito con pene da 2 a 5 anni di reclusione (e fino a 10 in caso di dolo), aggravate dal decreto-legge n. 105 del 10 agosto 2023.

La prevenzione resta la misura più efficace per fronteggiare un fenomeno che colpisce duramente il patrimonio ambientale salentino, alimentato in gran parte da condotte colpose come il fuoco acceso per smaltire sterpaglie, stoppie o ulivi secchi colpiti da Xylella. In questo contesto, assume un ruolo strategico il Catasto comunale delle aree percorse dal fuoco, istituito dalla Legge-quadro 353/2000: uno strumento essenziale per impedire trasformazioni urbanistiche o attività speculative sui terreni bruciati.

Sulla base dei rilievi dei Carabinieri Forestali, la Regione Puglia elabora cartografie georeferenziate delle superfici interessate dagli incendi, che i Comuni devono recepire aggiornando il Catasto. Questo comporta vincoli rigidi: per 15 anni non si può cambiare destinazione d’uso, per 10 anni non si può edificare, cacciare né pascolare, e per 5 anni è vietato il rimboschimento con fondi pubblici.

La Prefettura vigila affinché i Comuni adempiano a tali obblighi, considerandoli un presidio fondamentale contro il degrado ambientale e le mire criminali. I cittadini sono chiamati a collaborare, con senso di responsabilità, per tutelare un patrimonio naturale di inestimabile valore.

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