Dopo il sopralluogo congiunto tra amministratori, tecnici e ambientalisti, arriva la decisione ufficiale: il sito, riconosciuto come geosito UNESCO, non sarà interessato da opere idrauliche. Si valuta un’alternativa meno impattante e parte l’idea di un progetto di valorizzazione ambientale e culturale finanziato con fondi regionali
La dolina di Gurgo non sarà utilizzata quale vasca di laminazione. È quanto deciso al termine del sopralluogo effettuato nella mattinata del 14 aprile da una delegazione composta dagli Assessori alla Visione Urbana, alla Qualità della Vita e al Quotidiano del Comune di Andria, dal tecnico incaricato del progetto ing. Andrea D’Oria, dall’Assessora regionale all’Ambiente Serena Triggiani, dalla consigliera regionale Grazia Di Bari, da alcuni consiglieri comunali, rappresentanti del Forum Ambientalista e da geologi esperti.
«La nostra posizione è sempre stata di netta contrarietà al progetto – ha dichiarato l’Assessore Savino Losappio – perché riconosciamo il valore del sito di Gurgo dal punto di vista della biodiversità, ma anche archeologico e geologico. Lo abbiamo ribadito in sede istituzionale, in Regione, e lo abbiamo confermato anche oggi sul campo. Riteniamo che ci siano soluzioni alternative valide per realizzare l’opera, necessaria per la sicurezza della città, ma senza compromettere un’area di tale pregio».
A fargli eco è stata l’Assessora Anna Maria Curcuruto: «Al Gurgo è andata come ritenevamo giusto e auspicavamo. Il sito è stato ufficialmente escluso dagli interventi idraulici previsti nel progetto dell’ufficio tecnico del Commissario del dissesto idrogeologico. Con l’Assessora Triggiani e i geologi della SIGEA presenti, affascinati dalla bellezza e unicità del luogo, vincolato dal PPTR e riconosciuto come “geosito UNESCO”, abbiamo discusso dell’opportunità di sviluppare un progetto di valorizzazione, finanziabile con i fondi dell’assessorato regionale all’Ambiente, per rendere il Gurgo accessibile, fruibile e tutelato».
In seguito al sopralluogo, i tre assessori Losappio, Curcuruto e Loconte, insieme al dirigente all’Ambiente ing. Botrugno, hanno valutato con il progettista ing. D’Oria una possibile alternativa per l’intercettazione delle acque a sud del centro urbano. Secondo quanto riferito, l’ipotesi – suggerita dallo stesso progettista – potrebbe comportare opere idrauliche molto meno invasive rispetto a quelle inizialmente previste.
«Il progettista lavorerà ora a una bozza preliminare – ha aggiunto l’assessora Curcuruto – che il Comune potrà vagliare in sinergia con i geologi coinvolti, consultando preventivamente anche l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale, che in precedenza non si era espressa favorevolmente».
Durante l’incontro si è discusso anche degli interventi di riqualificazione già previsti per il tratto urbano del canale esistente, con la possibilità di integrarli con ulteriori opere a beneficio del quartiere, attraverso i fondi per la rigenerazione urbana. L’obiettivo è creare spazi verdi e migliorare la vivibilità delle aree adiacenti al corso d’acqua.
Infine, l’Assessore Mario Loconte ha aggiornato i presenti sullo stato del procedimento per la messa in sicurezza del tratto tombato del canale Ciappetta Camaggio: «L’ing. D’Oria ci ha confermato che siamo vicini alla fase di appalto integrato. Questo consentirà, dopo la messa in sicurezza di via Carmine, di procedere anche su via Eritrea e via Dott. Camaggio. Entro l’anno potremmo dare il via a opere fondamentali non solo per la sicurezza, ma anche per la viabilità cittadina».
Il Comune di Andria, dunque, guarda avanti con un nuovo approccio: tutela ambientale, sicurezza idraulica e valorizzazione del territorio non più in contrapposizione, ma come elementi integrati in un’unica visione di sviluppo sostenibile.