Dopo le rivelazioni su presunte irregolarità nel bando vinto dalla moglie del consigliere regionale Pd Filippo Caracciolo, i consiglieri di Forza Italia invocano le dimissioni del consiglio di amministrazione. Fiorella si dimette con una PEC, ma restano i dubbi su tempi, titoli e trasparenza della selezione pubblica
Scoppia la polemica in Regione Puglia sul concorso bandito da Aeroporti di Puglia, vinto da Carmela Fiorella, moglie del consigliere regionale ed ex capogruppo del Partito Democratico Filippo Caracciolo. Al centro del caso, le presunte anomalie nella procedura selettiva e la successiva assunzione, il 1° aprile 2025, della 38enne barlettana nel ruolo di dirigente delle risorse umane della società pubblica che gestisce gli scali pugliesi
Le polemiche, iniziate settimane fa, si sono riaccese oggi dopo un’inchiesta de La Gazzetta del Mezzogiorno, che ha evidenziato nuovi elementi di criticità: l’esclusione “discutibile” degli altri due candidati, il bando pubblicato solo per 15 giorni (di cui appena 10 lavorativi) e, soprattutto, dubbi sui titoli dichiarati dalla vincitrice. Secondo quanto riportato dal quotidiano, ci sarebbero incongruenze nella pergamena di laurea della dottoressa Fiorella, mai realmente verificata dalla commissione esaminatrice scelta da Aeroporti di Puglia.
In questo clima di forte tensione, è arrivata oggi la decisione di Fiorella di dimettersi, formalizzata con l’invio di una PEC. Una mossa che però non ha placato le proteste politiche. I consiglieri regionali di Forza Italia – Paride Mazzotta, Paolo Dell’Erba, Massimiliano Di Cuia, Francesco La Notte e Giuseppe Tupputi – hanno diffuso una nota durissima, chiedendo le dimissioni in blocco del Consiglio di Amministrazione di Aeroporti di Puglia: «Quanto emerso è ancora più grave di quanto già si sapeva. Il concorso è stato bandito in tempi record, con la partecipazione di un’unica candidata, risultata poi vincitrice. Oggi scopriamo anche anomalie sui titoli e sulla laurea. Davanti a tutto ciò, il CdA ha perso ogni credibilità».
Secondo gli esponenti azzurri, la vicenda rappresenta «un danno d’immagine enorme per l’intera Regione» e impone un intervento immediato per ripristinare trasparenza e legalità nella gestione di una delle più strategiche società partecipate pugliesi. La richiesta è chiara: «Serve un azzeramento dei vertici e una profonda revisione dei criteri di selezione, perché quanto accaduto mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni».