Nonostante fossero già stati attivati i protocolli per la rimozione sicura da parte di un apicoltore autorizzato, qualcuno ha distrutto un intero sciame all’interno di una palazzina nel centro cittadino. Le api, specie protetta dalla legge italiana ed europea, erano state segnalate da condomini infastiditi. Le guardie zoofile di Stop Animal Crimes Italia indagano: si rischia fino a due anni di carcere
Un gesto di ignoranza e crudeltà rischia di costare caro a chi ha deciso di eliminare con il fuoco e con il veleno un intero sciame di api che aveva trovato rifugio in un’intercapedine di una palazzina nel centro di Brindisi. La segnalazione, partita da alcuni condomini disturbati dalla presenza degli insetti, aveva già attivato l’intervento delle guardie zoofile di Stop Animal Crimes Italia, che avevano provveduto a richiedere l’intervento di un apicoltore professionista per la rimozione sicura del nido.
Ma prima che l’esperto potesse intervenire, qualcuno ha deciso di fare da sé, sterminando le api con metodi violenti. Secondo quanto accertato dalla ASL veterinaria, che ha analizzato i corpi degli insetti, si tratterebbe chiaramente di uccisione dolosa per mano dell’uomo.
Le guardie zoofile hanno avviato immediatamente le indagini, raccogliendo testimonianze e ascoltando anche alcuni operai che stavano lavorando in zona. Su di loro si concentrano ora i sospetti, mentre gli accertamenti sono tuttora in corso.
Va ricordato che le api sono una specie protetta, riconosciuta a livello europeo e nazionale per il loro ruolo fondamentale nella tutela della biodiversità e dell’ecosistema. La loro presenza nella Lista Rossa europea ne testimonia il valore, e in Italia la legge n. 313 del 24 dicembre 2004 disciplina in modo rigoroso la tutela dell’apicoltura, vietando qualunque intervento di disinfestazione o eliminazione delle api e dei loro nidi.
Anche la Regione Puglia, con la legge n. 45 del 2014, ha adottato misure specifiche per la salvaguardia delle api, prevedendo in caso di uccisione o maltrattamento l’applicazione degli articoli 544 bis e ter del codice penale, che stabiliscono pene fino a due anni di reclusione.
Non è dunque solo un reato ambientale, ma anche un gesto profondamente dannoso per l’equilibrio naturale: le api, oltre a essere produttrici di miele, polline, pappa reale, propoli e cera, sono patrimonio dell’umanità e pilastro insostituibile dell’impollinazione, da cui dipende buona parte della produzione agricola mondiale.
Le guardie zoofile ribadiscono che in presenza di alveari in ambienti abitati l’unico intervento legittimo e consentito è quello eseguito da apicoltori autorizzati, capaci di spostare le colonie in sicurezza. Ogni altra azione, come dimostra questo caso, è non solo illegale ma anche gravemente irresponsabile.
L’auspicio è che i colpevoli vengano identificati al più presto e che da questo episodio scaturisca una maggiore consapevolezza sul valore della vita delle api e sul rispetto delle normative che ne tutelano l’esistenza.