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La città bianca mistero e bellezza: in attesa del sequel, prosegue il successo del thriller “Ostuni. Un’insospettabile presenza”. L’intervista all’autore Luigi Del Vecchio

Dalla Città Bianca” al cuore della letteratura italiana: tra un sequel atteso, riconoscimenti prestigiosi e l’amore per il territorio, Luigi Del Vecchio racconta il suo percorso tra cultura e scrittura

di ALESSANDRO NARDELLI – Ostuni, la “Città Bianca”, non è solo un gioiello della Puglia, ma una vera e propria musa capace di ispirare storie di mistero e fascino senza tempo. Tra le sue antiche mura e i vicoli pieni di luce, prende vita il thriller «Ostuni. Un’insospettabile presenza», dove la città diventa non solo sfondo ma protagonista di un intreccio avvincente che vede al centro il commissario Vito Berlingieri.

Luigi Del Vecchio, autore del romanzo, ha intrecciato i misteri della trama con la bellezza enigmatica del luogo, trasformando la città in un personaggio vivo e pulsante. Il successo del primo libro ha proiettato l’autore sotto i riflettori della scena letteraria italiana, e ora c’è attesa per il sequel.

Alessandro Nardelli ha intervistato LUIGI DEL VECCHIO

Luigi, il sequel di “Ostuni. Un’insospettabile presenza” è ormai prossimo alla conclusione. Cosa puoi anticiparci su questa nuova avventura del Commissario Vito Berlingieri e sulle sfide che lo attendono?

Si, è in fase di conclusione. Lo sto rileggendo prima di inviarlo alla mia casa editrice, la Viola Editrice di Roma. Il titolo è ancora top secret, ne ho un paio in mente. Posso solo anticipare che il Commissario Berlingieri si troverà a dipanare nuovi intrighi e misteri partendo da quelli che, nel precedente thriller, avevano lasciato un punto interrogativo. Lo sfondo e l’ambientazione sarà sempre quello della città di Ostuni che, a questo punto, considero la mia autentica musa ispiratrice.

Dopo il successo del primo thriller, quali aspettative hai per questo sequel?

Il successo di “Ostuni. Un’insospettabile presenza” è giunto inaspettato ed ancora stento a credere di aver avuto la possibilità di presentare, praticamente, il mio thriller in tutta Italia. Ciò fa si che le aspettative per il sequel siano per me molto alte. Spero di confermare la fiducia che, finora, mi ha dato il pubblico.

Il Commissario Berlingieri nuovamente protagonista di questo romanzo. Che evoluzione possiamo aspettarci dal suo personaggio rispetto al primo libro?

La figura del Commissario Berlingieri è l’antitesi del superpoliziotto che siamo abituati a vedere nei film o nelle fiction. Il mio personaggio è un uomo come tutti gli altri con pregi e difetti, un bravo investigatore, poco incline ai contesti istituzionali, tormentato dall’amore ed ancora piacevolmente vittima della seduzione femminile con cui combatte ogni giorno. Il suo cliché continuerà ad essere questo ed anche nel sequel avrà poco tempo per distrarsi.

Nel tuo thriller Ostuni. Un’insospettabile presenza, la “Città Bianca” è quasi un personaggio a sé. Come è nata l’idea di ambientare il romanzo in questa città e quanto della tua esperienza personale ha influenzato la narrazione?

Il mio amore per Ostuni è, ormai, una lettera aperta che ho iniziato a scrivere nel 1987 e che ancora prosegue. In quell’anno, quando avevo appena 24 anni, fui assegnato dalla Guardia di Finanza a svolgere nella città il mio primo incarico operativo da Ufficiale. Da allora è stata una folgorazione a prima vista, la nascita di un sentimento puro verso un luogo meraviglioso. Tuttora è così, infatti ormai vivo stabilmente a Ostuni. Non potrei ambientare i miei romanzi in altro luogo. Ostuni, per me, ha sempre avuto il volto di una donna, misterioso e bellissimo.

Luigi, tu hai una carriera di rilievo nella Guardia di Finanza. In che modo la tua esperienza professionale ha influenzato il tuo approccio alla scrittura e alla costruzione dei personaggi, come il Commissario Vito Berlingieri?

Ho terminato la mia carriera nella Guardia di Finanza con il grado di Generale di Brigata. La mia attività professionale, condotta in regioni molto impegnative da un punto di vista delinquenziale come la Puglia, la Calabria e la Campania, ha influenzato la mia scrittura, ma solo con riferimento alla conoscenza di sistemi e approcci all’attività investigativa che sono propri di chi ha svolto, nel mio caso per quaranta anni, questo lavoro. Per il resto, il linguaggio narrativo è semplice, puro, facile, scorrevole, adatto a tutti.

Il tuo primo libro ha ricevuto una notevole attenzione da parte della stampa, con articoli pubblicati su testate di tutta Italia. Cosa significa per te questo riconoscimento mediatico?

Per me è un qualcosa che ha il sapore dolce dell’inaspettato. Un qualcosa che ancora oggi mi lascia incredulo ma felice. Spero di meritare tutto ciò.

Che ruolo ha, secondo te, il giornalismo nella promozione della cultura?

Un ruolo fondamentale, come è fondamentale il ruolo della stampa in un paese democratico come il nostro. Saper raccontare e descrivere i fatti, non importa se sia una notizia di cronaca o la recensione di un libro, è dote non comune, è spirito critico, è intelligenza, è libertà. Considero il giornalismo uno dei mestieri più nobili e affascinanti e, in particolare, quello italiano con firme tra le più elevate a livello mondiale.

A proposito, a fine mese sarai a Napoli per una Masterclass legata alla comunicazione e al suo libro. Puoi anticiparci qualcosa su questo evento e su cosa si aspetta da questa esperienza?

Si, sarò a Napoli a fine mese per partecipare ad una Masterclass con importanti autori e autrici televisivi del panorama italiano. Posso anticipare poco perché sto definendo i termini della mia partecipazione a questa “due giorni artistica”. Posso, però, dire, di essere molto emozionato anche di questa ulteriore opportunità. Sarà per me occasione di confronto e approfondimento per promuovere il mio libro ed il sequel.

“OSTUNI. UN’INSOSPETTABILE PRESENZA”, I SUCCESSI

Tra festival letterari, premi prestigiosi e la partecipazione a documentari di rilievo, il thriller «Ostuni. Un’insospettabile presenza» di Luigi del Vecchio si è affermato come una delle opere più apprezzate nel panorama culturale italiano. Dopo aver incantato il pubblico dell’Ombre Festival di Viterbo e del Salone del Libro di Torino, Luigi Del Vecchio sarà protagonista di “Di Là dal Fiume e tra gli Alberi”, documentario che andrà in onda su Rai 5 e Rai 3. A coronare questo percorso di successo, il Premio Europeo Oscar Wilde 2024, che riconosce l’eccellenza nell’arte e nella letteratura.

Con il tuo libro “Ostuni. Un’insospettabile presenza” hai partecipato, tra l’altro, all’Ombre Festival di Viterbo e al Salone del Libro di Torino. Qual è stata la reazione del pubblico?

Con il mio thriller sto girando l’Italia ed è molto bello portare la mia scrittura in piazze diverse. Sono stato invitato in vetrine importanti quali il Salone Internazionale del Libro di Torino e l’Ombre Festival di Viterbo, al cospetto degli scrittori italiani e internazionali più letti del momento. Ci tengo, anche, a ricordare la realizzazione di un Audiolibro di “Ostuni. Un’insospettabile presenza”, realizzato con la mia voce ed a titolo gratuito dal Centro Regionale Audiolibro della Regione Puglia. L’Audiolibro è destinato ai Ciechi ed Ipovedenti della Regione Puglia. Un’iniziativa sociale che, sinora, rappresenta il regalo più bello che il libro mi ha regalato.

Luigi, nell’intervista esclusiva rilasciata a Gemma Giorgini, hai parlato del legame tra cultura e territorio. Quanto è importante, secondo te, valorizzare la città attraverso la letteratura?

Ho partecipato alla trasmissione di Rai 5 “Di là dal fiume e tra gli alberi” condotto dalla bravissima giornalista Gemma Giorgini realizzata ad Ostuni e che andrà in onda nel prossimo mese di marzo. Nel corso dell’intervista, Gemma, che ringrazio per la sensibilità nei miei riguardi, mi ha condotto con naturalezza a parlare di Ostuni che, per me, rappresenta una seconda pelle, il luogo dove ho sempre desiderato vivere e dove, chissà, ho forse già vissuto in una precedente vita. A me piace pensare così. Ostuni non ha bisogno della mia divulgazione per essere famosa nel mondo ma sono orgoglioso di contribuire a ciò, nel mio modestissimo piccolo.

A dicembre 2024, hai ottenuto il Premio Europeo Oscar Wilde 2024. Cosa ha rappresentato per te ottenere un riconoscimento così prestigioso?

Naturalmente, è stato un momento di grandissima gratificazione. Il Premio Letterario Europeo Oscar Wilde, negli anni, ha visto premiare artisti italiani e di fama internazionale che si sono distinti nel mondo della cultura, dell’arte, della letteratura e dello spettacolo.

Se ti proponessero di formare giovani scrittori del futuro, tu accetteresti?

Assolutamente si. Nel corso della mia carriera professionale ho insegnato sia a livello universitario sia nei corsi di formazione del personale appartenente alla Guardia di Finanza. Avere l’opportunità di parlare a giovani scrittori rappresenterebbe motivo di grande stimolo personale e per il prosieguo della mia carriera letteraria.

In chiusura una domanda molto intima. C’è un posto per l’amore nella vita di Luigi del Vecchio?

Certo, l’amore è imprescindibile nella vita di un individuo. L’amore per le mie figlie, Maria Irene e Marilia, che purtroppo sono lontane da me per motivi lavorativi, è la grande certezza della mia vita. È bellissimo averle come è bellissimo e motivo di orgoglio essere il loro papà. Da un anno e mezzo, poi, ho al mio fianco una donna meravigliosa, Anna, che mi sta regalando il piacere di amare con semplicità e di vivere la vita di coppia con una serenità mai esasperata. Sono stato molto fortunato ad incontrarla. La scintilla è scoccata in una meravigliosa sera di fine estate, ad una cena, mentre, ancora estranei, il profumo dolce della Selva di Fasano iniziava ad avvicinarci.

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