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Tragedia di Castel d’Azzano, morto anche un carabiniere tarantino. UNARMA: «Una strage annunciata»

Il segretario regionale Magno: «Pretendiamo pene esemplari per chi ha causato la morte dei nostri uomini». Tre carabinieri, tra cui uno tarantino, hanno perso la vita nell’esplosione di un immobile durante un’operazione di sgombero congiunta con la Polizia di Stato

«Oggi è un giorno di lutto profondo per l’Arma dei Carabinieri e per l’intero Paese».
Così Nicola Magno, segretario regionale di UNARMA Associazione Sindacale Carabinieri, commenta la tragedia avvenuta questa mattina a Castel d’Azzano, nel Veronese, dove tre militari — tra cui uno originario di Taranto — hanno perso la vita durante un’operazione di perquisizione locale.

L’intervento, disposto dall’Autorità Giudiziaria scaligera, vedeva impegnato un dispositivo congiunto Carabinieri–Polizia di Stato nell’ambito dello sgombero coattivo di un immobile rurale occupato da tre fratelli. Durante le operazioni, gli ambienti interni — risultati saturi di gas — sono esplosi improvvisamente, provocando il crollo della struttura e travolgendo gli operatori.

Nella deflagrazione hanno perso la vita il Lgt. C.S. Marco Piffari, comandante della SOS del 4° Battaglione “Veneto”, il Brig. Ca. Q.S. Valerio Daprà e il Car. Sc. Davide Bernardello, effettivi alle API del Comando Provinciale di Padova. Il Car. Domenico Gabriele Martella è stato estratto vivo dalle macerie, mentre due agenti delle UOPI e altri militari sono rimasti feriti.

«Questa è una strage. Non possiamo usare altri termini», afferma con fermezza Magno. «Tre servitori dello Stato hanno perso la vita in un’esplosione causata da ambienti saturi di gas, in un contesto in cui la presenza degli occupanti era nota e oggetto di provvedimenti. Non possiamo escludere responsabilità gravi. Pretendiamo che venga contestato il reato di strage e che chi ha reso possibile questa tragedia paghi fino in fondo».

Il segretario regionale ha sottolineato anche il clima di crescente pericolosità in cui le forze dell’ordine operano quotidianamente: «I nostri uomini affrontano ogni giorno rischi altissimi per garantire legalità e sicurezza ai cittadini. È inaccettabile che la loro vita venga spezzata così. Chiediamo pene esemplari per i tre occupanti fermati e che si accertino rapidamente tutte le responsabilità».

Magno ha poi concluso con un appello alla memoria e alla giustizia: «Oggi piangiamo tre colleghi, ma domani continueremo a chiedere giustizia per loro e per le loro famiglie. La memoria di Marco, Valerio e Davide non può essere onorata solo con la commozione: servono risposte, leggi più dure e tolleranza zero verso chi mette a repentaglio la vita degli operatori in divisa».

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