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Triggiano: Caos nel centrodestra, prima Sandro Cataldo e poi il candidato sindaco Onofrio D’Alesio si ritirano

Prima la rinuncia di Sandro Cataldo alla candidatura in Consiglio comunale, poi il passo indietro del candidato sindaco Onofrio D’Alesio: il centrodestra triggianese implode sotto il peso delle fratture interne, tra accuse di delegittimazione, mancanza di democrazia e decisioni imposte dall’alto

È crisi conclamata nel centrodestra triggianese, che a pochi giorni dalla scadenza per la presentazione delle liste elettorali vede crollare l’intera impalcatura politica della coalizione. In meno di 24 ore sono arrivate le dimissioni prima di Sandro Cataldo, candidato al Consiglio comunale, e poi del candidato sindaco Onofrio D’Alesio, segnando uno dei momenti più delicati nella recente storia politica della città.

Sandro Cataldo si ritira: «Non perdo io, ma la democrazia e la libertà

Ad aprire la frattura è stato Sandro Cataldo, che con un comunicato denso di amarezza e consapevolezza ha annunciato il ritiro della propria candidatura al Consiglio comunale di Triggiano. Cataldo spiega che dopo essere stato indicato da referenti locali di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Noi Moderati e Democrazia Cristiana, si è visto delegittimato pubblicamente dai livelli provinciali e regionali degli stessi partiti, che ne hanno definito la candidatura «inopportuna e non condivisa».

Cataldo ha rivendicato la propria buona fede e la regolarità del suo agire, denunciando il venir meno della presunzione di innocenza e accusando il sistema politico di preferire la prudenza alla giustizia. «Non è una sconfitta personale, ma una disfatta per la democrazia», ha scritto, parlando di «sistema che teme il giudizio degli elettori e si rifugia dietro le ipotesi d’accusa».

Il candidato sindaco Onofrio D’Alesio: «Progetto politico azzerato, impossibile andare avanti»

Poche ore dopo, la rinuncia alla corsa da sindaco di Onofrio D’Alesio. In un messaggio carico di delusione, D’Alesio ha definito «compulsiva e incontrollata» la reazione delle segreterie regionali e provinciali del centrodestra, accusate di aver cancellato con un colpo di spugna un progetto politico costruito sul territorio dopo dieci anni di vuoto amministrativo.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso, per D’Alesio, è stata proprio la gestione della candidatura di Cataldo: una figura proposta dai referenti locali e successivamente disconosciuta dalle segreterie superiori. «Non è più possibile proseguire in un clima nel quale i partiti locali sono stati messi in vendita al miglior offerente», ha dichiarato, denunciando l’assenza di rispetto e coerenza politica da parte di chi avrebbe dovuto supportare un progetto condiviso.

Coalizione disgregata, il centrodestra resta senza guida

Con il ritiro di entrambi i candidati simbolo, il centrodestra triggianese si ritrova ora senza guida, senza candidato sindaco e con le liste da ricostruire. Le divisioni tra livelli locali e vertici regionali hanno prodotto uno strappo difficilmente ricucibile a pochi giorni dalla scadenza.

La sensazione è che, in assenza di una soluzione dell’ultima ora, il campo del centrodestra rischi di consegnare la vittoria al centrosinistra “su un vassoio d’argento”, come amaramente commentato da D’Alesio nel suo addio.

Una crisi interna che, più che elettorale, si rivela politica e strutturale, in grado di lasciare un segno profondo nel futuro assetto del centrodestra cittadino.

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