«Il governo rassicura sulla volontà di non chiudere il presidio ma di rafforzarlo. Anzi, si precisa che non è nella logica proprio di questo governo chiudere l’importante presidio di San Severo depotenziandolo» dice Splendido
«Ho avuto rassicurazioni che è massima l’attenzione del governo sulla questione sicurezza in Capitanata. Il Reparto prevenzione crimine di San Severo non solo non verrà chiuso, ma sarà anche rafforzato, il che testimonia la presenza dello Stato nella città dell’Alto Tavoliere e nella provincia di Foggia».
Lo dichiara il consigliere regionale della Lega, Joseph Splendido, che, insieme all’assessore della Lega del Comune di San Severo, Rosario Di Scioscio, e al segretario cittadino della Lega, Gianluca Orlando, ha manifestato al governo la preoccupazione del suo territorio sulle notizie circolate in questi giorni in merito alla ventilata chiusura del Reparto prevenzione crimine a San Severo.
«Il Reparto di San Severo nacque nel 2018, in seguito alla tragica strage di mafia a San Marco in Lamis, che costò la vita a quattro persone, inclusi due cittadini innocenti» – ricostruisce Splendido – «all’epoca, il sindaco di San Severo chiese ed ottenne dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini un rafforzamento immediato della presenza delle forze dell’ordine, che si sono rivelate uno strumento importante nella lotta alla criminalità organizzata».
Il consigliere regionale della Lega prosegue: «Farsi portavoce delle istanze del nostro territorio è nel DNA della Lega. Il governo rassicura sulla volontà di non chiudere il presidio ma di rafforzarlo. Anzi, si precisa che non è nella logica proprio di questo governo chiudere l’importante presidio di San Severo depotenziandolo, ma è intenzione dell’esecutivo incrementare il controllo del territorio, che vede, purtroppo, la presenza di una mafia efferata».
Conclude Splendido: «Noi ci battiamo in silenzio e senza rumore mediatico ed otteniamo risultati perché ci battiamo per la soluzione delle questioni del territorio, altri fanno demagogia e si prendono meriti a loro non spettanti».