L’ARPA conferma l’assenza di fibre di amianto, mentre il Comune, con l’autorizzazione della Procura, avvia la demolizione della porzione residua dell’edificio. Ordinanza del sindaco per limitare l’esposizione alle polveri aerodisperse: finestre chiuse, divieto di affaccio e mascherine obbligatorie nelle aree circostanti
Dopo giorni di analisi e monitoraggi, l’ARPA Puglia ha ufficialmente confermato che non ci sono fibre di amianto nell’aria attorno alla palazzina crollata lo scorso 5 marzo in via De Amicis, a Bari. Le rilevazioni, effettuate attraverso due linee di prelievo installate nell’area, hanno escluso la presenza di materiale pericoloso, sebbene siano in corso ulteriori verifiche su detriti e materiali ancora presenti nella zona.
Parallelamente, la Procura della Repubblica ha autorizzato il Comune di Bari a procedere con l’urgente demolizione controllata della parte di edificio rimasta in piedi. Il via libera è arrivato dopo una nota dei Vigili del Fuoco che segnalava il rischio di un cedimento improvviso, minacciando la pubblica sicurezza. L’intervento avverrà sotto la supervisione del professor Salvatori, consulente della Procura.
Misure di prevenzione: obbligo di mascherine e finestre chiuse
Per limitare i rischi connessi all’inalazione di polveri aerodisperse generate dalla demolizione, il sindaco Vito Leccese ha firmato un’ordinanza con misure preventive valide nelle zone adiacenti:
- Divieto di affaccio alle finestre
- Obbligo di mantenere chiuse le finestre e le porte
- Utilizzo obbligatorio di mascherine protettive nelle aree esterne
- Monitoraggio continuo della qualità dell’aria tramite un laboratorio mobile specializzato
Le strade interessate dalle restrizioni comprendono via Pinto, via De Amicis (tra Corso Benedetto Croce e via della Repubblica), via Fornelli (tra via Pinto e via della Repubblica) e corso Benedetto Croce (tra via Bottalico e via Monfalcone).
Cantiere operativo: demolizione iniziata all’alba
All’alba sono iniziate le operazioni di allestimento del cantiere per la demolizione della porzione residua della palazzina. I lavori, affidati alla Gesmundo Demolizioni srl, prevedono l’utilizzo di un escavatore con braccio da 25 metri dotato di pinza demolitrice, in grado di rimuovere con precisione le parti più instabili.
L’operazione sarà supportata da una piattaforma aerea di 50 metri e monitorata da droni della Polizia Locale per garantire la sicurezza delle operazioni. In caso di necessità, sarà attuata una bagnatura continua delle macerie per evitare il sollevamento di polveri nocive.
Rischio cedimento: la demolizione era indispensabile
Dopo i sopralluoghi dei tecnici comunali e dei Vigili del Fuoco, è stato confermato che la porzione di palazzina ancora in piedi è altamente instabile e potrebbe collassare in modo incontrollato. La vicinanza con edifici residenziali evacuati ha reso ancora più urgente l’intervento. Il degrado strutturale della palazzina, aggravato da condizioni atmosferiche sfavorevoli, rischiava infatti di innescare un crollo progressivo che avrebbe potuto coinvolgere le strutture adiacenti.
Con l’inizio delle operazioni di demolizione, il Comune e gli organi competenti continueranno a monitorare l’area per garantire la massima sicurezza alla cittadinanza e ridurre al minimo i disagi.