L’ormai ex assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia ha lasciato anche il ruolo di consigliere regionale dopo l’interrogatorio davanti al gip. La Procura ha chiesto per lui i domiciliari. Indagati altri dieci, tra cui imprenditori e funzionari pubblici. Le accuse: associazione per delinquere, corruzione, truffa, riciclaggio
Al termine di un interrogatorio durato meno di un’ora davanti al giudice per le indagini preliminari di Lecce, Alessandro Delli Noci ha comunicato le proprie dimissioni da assessore allo Sviluppo economico e da consigliere regionale della Puglia. La decisione è giunta nell’ambito dell’inchiesta per corruzione e gestione illecita di fondi pubblici che coinvolge in tutto 30 indagati, con 11 richieste di misure cautelari avanzate dalla Procura, tra cui 10 ai domiciliari e una in carcere.
Delli Noci, ascoltato per primo dal gip Angelo Zizzari, è accusato di aver fatto parte di una rete di favori illeciti a imprenditori locali, in particolare nel settore turistico-ricettivo del Salento, in cambio di sostegno elettorale. Secondo gli inquirenti, a partire dall’aprile 2018 – quando era vicesindaco di Lecce – si sarebbe messo “a disposizione” di Alfredo Barone (69 anni, ex sindaco di Parabita) e Marino Congedo (82, di Galatina), ottenendo vantaggi in cambio di interventi per agevolare progetti imprenditoriali.
La Procura – con i pm Massimiliano Carducci e Alessandro Prontera – ha chiesto per Delli Noci gli arresti domiciliari, mentre per Barone è stato richiesto il carcere, in quanto ritenuto il promotore dell’associazione per delinquere che, attraverso una fitta rete di contatti politici e amministrativi, avrebbe pilotato finanziamenti e investimenti pubblici, soprattutto legati ai Programmi integrati di agevolazione (PIA).
Tra gli altri indagati per cui è stata chiesta la custodia cautelare figurano Maurizio Laforgia (figlio dell’ex rettore di UniSalento e attuale presidente di Aqp, Domenico Laforgia), Italia Santoro (segretaria di Barone), i funzionari comunali Lino Capone e Angelo Mazzotta. Per Luciano Ancora, Giovanni Rapana, Michele Barba e Corrado Congedo, indicati come prestanome, è stata invece chiesta l’interdizione temporanea.
Delli Noci, uscito dal tribunale senza rilasciare dichiarazioni e assistito dagli avvocati Giuseppe Fornari e Luigi Covella, ha scelto di rispondere alle domande del giudice. Le sue dimissioni sono state trasmesse via PEC al presidente del Consiglio regionale. Al suo posto, in aula, subentrerà Antonio Raone, primo dei non eletti nella lista Con – Emiliano Sindaco nella circoscrizione di Lecce.
Ora, oltre al piano giudiziario, si apre anche un fronte politico e amministrativo: il presidente Michele Emiliano dovrà decidere se assumere personalmente la delega allo Sviluppo economico o redistribuirla. La delega, affidata a Delli Noci fin dall’inizio della legislatura, risulta centrale nelle politiche di impresa e nella gestione dei fondi regionali.
L’inchiesta si basa su oltre 40.000 pagine di atti ed è destinata a segnare un passaggio significativo nella lotta alla corruzione nella pubblica amministrazione pugliese.