La pronta risposta della Guardia Costiera e il coordinamento delle istituzioni locali evitano un disastro ambientale di più ampie proporzioni. Recuperato un fusto metallico e avviata la bonifica di un’area di alto pregio naturalistico
Un’emergenza ambientale ha interessato nel primo pomeriggio di ieri il litorale di Porto Cesareo (LE), all’interno dell’Area Marina Protetta. La segnalazione di un fusto metallico galleggiante e dello sversamento di una sostanza presumibilmente olio esausto ha mobilitato le autorità locali e regionali, portando a un intervento coordinato e tempestivo sotto la guida della Direzione Marittima di Bari, retta dall’Ammiraglio Ispettore Vincenzo Leone.
I militari della Guardia Costiera di Torre Cesarea, supportati dal personale dell’Area Marina Protetta, hanno recuperato un fusto metallico di circa 200 litri, riducendo il rischio di ulteriori dispersioni inquinanti. Parallelamente, il battello G.C. B165, inviato dalla sala operativa di Gallipoli, ha monitorato l’area colpita, stimata in circa 200 metri quadri in mare e 50 metri lineari sulla scogliera.
Sul posto è intervenuto anche il personale di ARPA Puglia – DAP Lecce per effettuare campionamenti e misurazioni, confermando la necessità di un intervento su larga scala. È stato attivato il “Piano operativo locale di pronto intervento contro gli inquinamenti da idrocarburi o di altre sostanze pericolose e nocive” e richiesta l’autorizzazione del Ministero dell’Ambiente per l’impiego dell’unità navale specializzata “IEVOLECO IV” della Castalia S.C.p.A., ormeggiata a Gallipoli.
Le operazioni di bonifica sono state condotte sia in mare, con l’utilizzo di panne assorbenti per circoscrivere e rimuovere l’inquinante, sia sulla costa, dove una ditta specializzata ha lavato gli scogli contaminati. L’intervento dimostra l’efficacia della sinergia tra la Guardia Costiera pugliese, le istituzioni locali e i partner tecnici, frutto di anni di esercitazioni congiunte, tra cui la complessa simulazione “OIL SPILL 2023” realizzata lo scorso anno a Marina di Lesina.
Le operazioni di risanamento dell’area protetta sono tuttora in corso, così come le indagini per identificare i responsabili dello sversamento. Grazie alla tempestività e alla competenza delle autorità coinvolte, si è evitato che l’episodio potesse causare danni irreversibili a uno degli ecosistemi più preziosi del Salento.