Il consigliere regionale Sergio Blasi annuncia il suo appoggio alla pdl sul fine vita, firmata da Fabiano Amati e precedentemente da Donato Metallo, e chiede l’immediata calendarizzazione in Consiglio regionale: «È una questione di diritti, dignità e coerenza costituzionale, la Puglia deve agire ora oppure mi asterrò da ogni altro voto»
Il consigliere regionale del Partito Democratico Sergio Blasi ha annunciato di aver sottoscritto la proposta di legge sul fine vita promossa da Fabiano Amati, già firmata in precedenza anche dal compianto Donato Metallo, a cui ha voluto rendere omaggio ricordando il suo impegno politico nel primo discorso in Aula.
Blasi ha chiesto l’immediata calendarizzazione della proposta per la discussione in Consiglio regionale, definendo «inaccettabile ogni ulteriore melina» e dichiarando che non voterà più nessun altro provvedimento fino a quando il disegno di legge non sarà esaminato dall’Assemblea.
«Si tratta di una legge attinente ai diritti fondamentali, coerente con la linea politica del Partito Democratico e della segretaria Elly Schlein», ha dichiarato Blasi, sottolineando che il tema è radicato nel rispetto della sentenza della Corte costituzionale n. 242/2019, che ha aperto alla non punibilità dell’assistenza al suicidio in presenza di condizioni ben definite, nel rispetto dell’obiezione di coscienza e della dignità del paziente.
Secondo Blasi, tale sentenza ha di fatto attribuito alle strutture sanitarie regionali – responsabili dell’erogazione dei servizi sanitari – il dovere di prestare assistenza adeguata anche in questi casi estremi, ampliando i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) senza impatti economici rilevanti, grazie alla sovrapposizione con le cure palliative già previste per i malati terminali.
«La Puglia avrebbe potuto essere regione apripista, dando attuazione a un diritto sancito a livello costituzionale. E invece oggi siamo ancora in attesa di un pronunciamento», ha concluso Blasi, chiedendo che il dibattito sia avviato «nel rispetto della libertà di ciascun consigliere ma anche della libertà di chi vuole discuterne, senza blocchi ideologici».
Il tema resta uno dei nodi politici più delicati a livello nazionale e regionale, toccando direttamente la sfera etica, giuridica e sanitaria, ma anche il senso di umanità e giustizia che ispira la funzione pubblica.