Il candidato del centrosinistra vince al ballottaggio con il 54,3%: dopo anni di frammentazione politica, la città sceglie una nuova guida tra continuità e speranza. L’ex ILVA resta il nodo cruciale per il futuro
Piero Bitetti è il nuovo sindaco di Taranto. Il ballottaggio dell’8 e 9 giugno ha decretato la vittoria del candidato del centrosinistra, sostenuto da un’ampia coalizione, che ha battuto Francesco Tacente – espressione del centrodestra civico e leghista – con il 54,3% dei voti. L’affluenza si è fermata al 47%, in calo rispetto al primo turno.
La vittoria di Bitetti segna un passaggio di testimone carico di aspettative per una città che da anni convive con emergenze ambientali, crisi industriali e profonde fratture sociali. «Taranto non è più la città dei ricatti – ha dichiarato il nuovo sindaco nel suo primo discorso – ora è il tempo della responsabilità e della ricostruzione. Serve l’impegno di tutti, anche degli avversari politici, per restituire fiducia e futuro a questa terra».
Una coalizione larga per un candidato civico
A 51 anni, Bitetti arriva a Palazzo di Città dopo una lunga militanza nelle istituzioni locali: ex assessore comunale, consigliere provinciale e presidente del consiglio comunale fino al novembre scorso. Già candidato sindaco nel 2017, oggi torna con un progetto politico ampio e strutturato, supportato da otto liste – tra cui Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra, Demos e il movimento civico Con, vicino al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
Decisivo al secondo turno l’appoggio del Movimento 5 Stelle, che al primo turno aveva corso con una propria candidata, Annagrazia Angolano. Il centrodestra, invece, si è presentato diviso: solo al ballottaggio è riuscito a compattarsi attorno a Tacente, che però non ha colmato il distacco iniziale.
Il nodo dell’ex ILVA e il futuro della città
Nel dibattito elettorale ha dominato ancora una volta la questione dell’ex ILVA, il più grande impianto siderurgico d’Europa, in amministrazione straordinaria e in attesa di una possibile cessione alla Baku Steel. Nessuno dei candidati si è espresso per la chiusura, consapevoli del peso occupazionale – oltre 8.200 lavoratori – e della complessità delle competenze in gioco, che spettano al governo nazionale. Bitetti ha però insistito sulla necessità di una transizione sostenibile, sia ambientale che sociale.
Il sindaco eletto ha promesso discontinuità nella gestione amministrativa, partecipazione civica e trasparenza decisionale: «La campagna elettorale è finita. Ora inizia una nuova stagione di lavoro e ascolto. Non possiamo più permetterci errori o paralisi».
Una nuova fase per la politica tarantina
Bitetti eredita una città che negli ultimi vent’anni ha attraversato instabilità e commissariamenti. Dopo la fine dell’epoca Stefàno, seguita dalla turbolenta doppia sindacatura di Rinaldo Melucci – entrambe concluse con dimissioni e crisi di maggioranza – Taranto torna a un’amministrazione eletta con un mandato pieno e un’ampia legittimazione popolare.
Le parole pronunciate nella notte del risultato suonano come un invito al dialogo e al superamento dei conflitti: «Taranto ha bisogno di unità. Ci attendono sfide enormi, ma anche opportunità concrete. Questa non è la fine di una corsa, ma l’inizio di un percorso comune».
Per il nuovo sindaco, il primo banco di prova sarà la formazione della giunta e l’avvio di un confronto serrato con il governo sul futuro industriale e ambientale della città. La sfida è appena cominciata.