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Bari ricorda Aldo Moro: cerimonia per il 47° anniversario dell’omicidio dello statista pugliese

Deposte corone in piazza Moro e a Palazzo di Città alla presenza del sindaco Leccese, delle autorità civili e della Caritas Diocesana: un momento di memoria collettiva per onorare l’impegno civile e il sacrificio del padre costituente, ucciso dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978, simbolo di equilibrio politico e profonda radicazione nella città di Bari

Nella Giornata della memoria delle vittime del terrorismo, la città ha commemorato il 47° anniversario dell’uccisione di Aldo Moro, statista pugliese e padre costituente assassinato il 9 maggio 1978 dalle Brigate Rosse.

Alla cerimonia tenutasi in piazza Moro, davanti al monumento dedicato all’uomo politico originario di Maglie, ha preso parte il sindaco di Bari Vito Leccese, che ha deposto una corona in ricordo del drammatico evento. Insieme a lui erano presenti il prefetto di Bari Francesco Russo, il presidente della Federazione dei Centri Studi “Aldo Moro” Luigi Ferlicchia e il consigliere regionale Napoleone Cera.

«Il ricordo di Aldo Moro è parte integrante della storia di questa città», ha affermato Leccese, sottolineando il forte legame dello statista con Bari, dove visse, fece politica e insegnò per anni. Il sindaco ha ricordato come l’amministrazione comunale abbia voluto segnare i luoghi attraversati da Moro con epigrafi commemorative, per trasmettere ai cittadini e alle nuove generazioni il valore della sua eredità morale e politica.

Nonostante il cantiere aperto nella piazza, l’iniziativa è stata confermata proprio lì, nel luogo simbolico dove si affacciava lo studio politico dello statista pugliese.

Successivamente, un’altra corona d’alloro è stata deposta presso la lapide in memoria di Aldo Moro e degli agenti della scorta, sulla facciata di Palazzo di Città, alla presenza dell’assessore alla Legalità Nicola Grasso, che ha ricordato il valore costituzionale dell’impegno di Moro.

«Oggi celebriamo un testimone di civiltà giuridica e politica – ha detto Grasso – il cui pensiero resta scolpito nella nostra Costituzione e nel cuore di chi crede in una società giusta, equa e democratica».

L’assessore ha inoltre ricordato come il 9 maggio segni anche l’uccisione di Peppino Impastato, giornalista e attivista assassinato dalla mafia, accomunando le due figure nel segno della lotta per la libertà e la legalità.

Una cerimonia intensa e partecipata, che ha riaffermato l’importanza di conservare viva la memoria storica per nutrire l’identità democratica del Paese.

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