Il ministero dell’Interno non ha rilevato le condizioni per lo scioglimento dell’amministrazione comunale dopo l’inchiesta “Codice Interno”, ma ha disposto il commissariamento di due aziende comunali. Il sindaco Leccese: «Un giorno di riscatto per la città»
Il Comune di Bari non sarà sciolto per infiltrazioni mafiose. Dopo mesi di attesa e tensione, il ministero dell’Interno non ha portato la proposta di scioglimento in Consiglio dei Ministri, ritenendo che non vi fossero elementi sufficienti per procedere con la misura estrema prevista dall’articolo 143 del Testo Unico degli Enti Locali.
La decisione arriva a seguito dell’inchiesta “Codice Interno”, che ha acceso i riflettori su possibili intrecci tra politica, mafia e affari nella gestione della città, portando a oltre 130 arresti. Tuttavia, il Viminale ha deciso di applicare misure straordinarie di controllo, disponendo il commissariamento di due aziende municipalizzate, che si aggiungono all’Amtab, già sotto amministrazione giudiziaria.
Il commento del sindaco Leccese: «Bari si riscatta»
Soddisfazione e sollievo da parte del sindaco Vito Leccese, che ha parlato di giornata di riscatto per la città:
«Abbiamo scongiurato l’ipotesi più nefasta, quella dello scioglimento. Finalmente Bari può dirsi risollevata da un’etichetta che non le faceva onore. La nostra reputazione era stata messa in discussione, ma oggi possiamo guardare avanti con fiducia.»
Le decisioni del ministero: sanzioni e commissariamenti
Se da un lato il Consiglio Comunale resterà in carica, dall’altro il ministero dell’Interno ha adottato misure correttive per contrastare eventuali criticità. Oltre all’Amtab, già commissariata, anche Amiu e Multiservizi verranno sottoposte a un controllo straordinario, con la nomina di commissari che ne garantiranno la gestione in linea con le normative antimafia.
Inoltre, alcuni dipendenti comunali potrebbero subire sanzioni disciplinari, poiché la relazione finale del prefetto ha evidenziato comportamenti non conformi, seppur senza configurare un condizionamento diretto degli organi elettivi.
Un anno di tensione dopo l’inchiesta “Codice Interno”
L’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia, avviata lo scorso anno, ha portato alla luce presunte pressioni esercitate da individui vicini ai clan Parisi per ottenere assunzioni e favori nell’azienda dei trasporti Amtab. La commissione ministeriale ha verificato tutta la gestione amministrativa del Comune, senza però riscontrare infiltrazioni tali da giustificare lo scioglimento dell’intero apparato politico.
L’ex sindaco Antonio Decaro, oggi europarlamentare, ha commentato la decisione parlando di “linciaggio mediatico indecente” che per un anno ha accostato ingiustamente Bari alla parola mafia.
Bari guarda al futuro tra controlli e rilancio
La decisione del Viminale chiude una pagina complessa per la città, ma impone una maggiore attenzione nella gestione amministrativa e il rafforzamento degli strumenti di prevenzione della criminalità. Con il commissariamento di alcune aziende e il monitoraggio delle attività comunali, l’obiettivo è garantire trasparenza, legalità e fiducia nelle istituzioni.
Per Bari si apre dunque un nuovo capitolo, con la consapevolezza che la lotta alla criminalità organizzata non si ferma, ma deve essere costante e condivisa dall’intera comunità.