Una testa di capretto e un coltello sulla tomba del padre della giudice Mariano: l’ennesima intimidazione mafiosa che impone una risposta ferma e unitaria dello Stato
L’ennesima intimidazione ai danni della giudice Maria Francesca Mariano rappresenta un atto vile e inaccettabile, un colpo inferto non solo a una magistrata coraggiosa, ma all’intero sistema democratico e alla coscienza civile del nostro Paese.
Il gesto, consumato persino in un luogo sacro come il cimitero di Galatina, è il simbolo più oscuro di una mentalità criminale che non conosce rispetto né confini. Ma è anche il banco di prova della forza dello Stato e della sua capacità di garantire sicurezza e giustizia a chi combatte in prima linea contro le organizzazioni mafiose.
La legalità, in tutte le sue forme, deve essere considerata una priorità assoluta: dal governo nazionale alle istituzioni locali, nessuno può permettersi di abbassare la guardia. Proteggere chi amministra la giustizia significa proteggere la libertà di ciascuno di noi.
A nome della nostra redazione, esprimo piena solidarietà alla giudice Maria Francesca Mariano, che continua a svolgere il proprio dovere con dignità e coraggio, nonostante le minacce.
La Puglia onesta è con lei. E lo è ogni cittadino che crede, ancora e sempre, che la legalità non si tocca.
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