Rimossi oltre 100 corpi morti e sequestrate 8 imbarcazioni nelle baie dell’Area Marina Protetta tra Porto Cesareo e Nardò. Ripuliti fondali da cemento, ferro e plastica, restituendo alla pubblica fruizione lunghi tratti di costa. Diverse le denunce all’autorità giudiziaria, annunciata la videosorveglianza costante delle zone bonificate
Si è conclusa con risultati concreti e rilevanti la massiccia operazione interforze condotta nelle ultime settimane nell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo, tra i territori di competenza dei Comuni di Porto Cesareo e Nardò. L’intervento ha avuto l’obiettivo di rimuovere ormeggi abusivi, bonificare i fondali e contrastare l’inquinamento marino, rispondendo così alle numerose segnalazioni di cittadini, bagnanti e amanti del mare che lamentavano l’occupazione illegale di ampie porzioni di costa da parte di natanti da pesca e da diporto.
Le imbarcazioni, molte delle quali ormeggiate a corpi morti abusivi realizzati con materiali pericolosi come cemento, ferro, plastica e catene, rappresentavano un rischio concreto per la balneazione e deturpavano una delle aree naturali più fragili e preziose del litorale ionico.
Nonostante le precedenti attività di bonifica svolte negli anni scorsi, la situazione era nuovamente degenerata, con decine di barche ancorate illegalmente in una zona protetta. La risposta delle istituzioni è stata decisa: in prima linea la Capitaneria di Porto di Gallipoli, l’Ufficio Locale Marittimo Torre Cesarea, i Carabinieri della stazione locale, la Polizia Locale di Nardò e quella di Porto Cesareo.
Prima dell’azione repressiva, le forze dell’ordine avevano provveduto a diffidare circa 65 unità irregolari. A seguito della mancata ottemperanza, sono scattati sequestri per 8 imbarcazioni, i cui proprietari dovranno ora rispondere all’autorità giudiziaria per occupazione abusiva di area demaniale marittima e deturpamento ambientale, oltre a farsi carico delle spese di bonifica.
Nella seconda fase dell’operazione, decisivo è stato l’intervento degli uomini del nucleo sub della Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto, che hanno provveduto alla rimozione di oltre 100 corpi morti e gavitelli abusivi. Il materiale recuperato — cemento, ferro, cime, pneumatici, plastica e altri rifiuti inquinanti — è stato successivamente smaltito grazie al supporto delle amministrazioni comunali di Porto Cesareo e Nardò.
L’intervento ha permesso di restituire alla pubblica fruizione ampi tratti di costa, ristabilendo la sicurezza della balneazione e tutelando un tratto di mare di rara bellezza naturalistica. Le autorità hanno annunciato che le aree interessate saranno ora videosorvegliate in modo permanente, a garanzia del rispetto delle norme e della tutela dell’ecosistema marino.
L’operazione rappresenta un modello di collaborazione tra enti e forze dell’ordine, segnale forte e inequivocabile di “tolleranza zero” contro l’illegalità ambientale e a favore della fruizione libera, sicura e sostenibile del mare.