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Il Consiglio regionale e Unifg studiano le disfunzioni delle politiche sociali

Un momento di approfondimento scientifico, nell’ambito del progetto di collaborazione tra il Consiglio regionale della Puglia e l’Università di Foggia

Il lato oscuro del welfare, aspetti contraddittori ed effetti disfunzionali delle politiche attuate per il benessere dei cittadini: il doppio o plurimo epilogo delle azioni pubbliche e private è stato al centro del convegno “l’altra faccia del welfare, azione pubblica, rapporti privati e impatti disfunzionali “, iconizzati nella locandina dell’evento nell’illustrazione di Maurits Cornelis Escher, a sintetizzare i diversi piani prospettici e i conseguenti effetti sulla efficacia degli strumenti messi in campo.

Un momento di approfondimento scientifico, nell’ambito del progetto di collaborazione tra il Consiglio regionale della Puglia e l’Università di Foggia: Analisi e supporto alle politiche pubbliche in materia di Diritti e Libertà, Welfare sussidiario, transizione ecologica, Finanza sostenibile, per individuare sfide e opportunità per un nuovo welfare.

Questa collaborazione, avviata due anni fa, è per la Presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, «un motivo di orgoglio – ha detto intervenendo nel corso dell’evento – perché la volontà di questo Consiglio di sostenere progetti di ricerca potrebbe sembrare strana ma in realtà ci permette di approfondire gli impatti delle nostre scelte politico-amministrative, conoscere le criticità in modo da generare prevenzione, rimodulare gli interventi se non efficaci. La ricerca – ha sottolineato la Presidente – è necessaria e deve essere continua per capire e per avere un supporto tecnico scientifico costante alla nostra azione politica

Per i Garanti Ludovico Abbaticchio, Pietro Rossi e Antonio Giampietro si tratta di “attualizzare lo strumentario delle politiche sociali”, per essere al passo con una materia molto in divenire, nell’ambito della tutela dei diritti dei minori, delle persone sottoposte a misure restrittive delle libertà, delle persone con disabilità e più in generale della tutela e del benessere di tutti i cittadini, e rispetto alla quale il welfare, locale e nazionale “non è attrezzato”. A loro avviso questo progetto potrebbe essere utile ad individuare delle priorità da perseguire in modo sistemico e integrato tra vari livelli istituzionali.

Il convegno, introdotto da Carmela Robustella, direttore del Dipartimento di Scienze sociali dell’Università di Foggia e presieduto da Manolita Francesca, docente del Dipartimento, ha visto accademici, dirigenti e funzionari della Pubblica amministrazione affrontare – anche con un approccio antropologico – molti dei temi che direttamente o indirettamente impattano sulla vita dei cittadini. Sono stati tracciati o esaminati gli effetti distorsivi – attuali o potenziali – di alcune politiche come l’incentivazione fiscale sugli immobili o le norme sull’adeguamento a standard richiesti dalla protezione dell’ambiente che creano situazioni di “proprietà insostenibile”, le ambiguità contenute nel codice degli appalti e nella stessa legge quadro sui servizi sociali. Il lato oscuro del welfare appare più evidente nello scarto registrato tra politiche dichiarate e politiche praticate.

In conclusione, ha sintetizzato Marco Musella dell’Università Federico II di Napoli, «se c’è collaborazione tra università e pubblica amministrazione forse le norme si scrivono meglio e si applicano meglio, realizzando anche quel processo bottom up individuato come più idoneo per politiche attuali. Noi come università possiamo aiutare a scrivere meglio i provvedimenti. Una parte del noir è figlio di un’approssimazione che potrebbe non esserci

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