spot_img

Marianna Pignatelli ha raccolto lo sfogo di Mirko Federico circa i presunti suicidi in carcere

Tutti riuniti al Gianicolo a Roma per manifestare pacificamente contro i numerosi suicidi all’interno degli istituti penali italiani. Presenti c’erano famiglie che hanno perso un caro all’interno delle carceri, a stringersi al loro dolore anche associazioni come il “Gruppo idee”

Tutti riuniti al Gianicolo a Roma per manifestare pacificamente contro i numerosi suicidi all’interno degli istituti penali italiani. Presenti c’erano famiglie che hanno perso un caro all’interno delle carceri, a stringersi al loro dolore anche associazioni come il “Gruppo idee”, attiva da anni per la tutela dei diritti umani, avvocati come l’avvocatessa Rosamaria Salemi per dare sostegno morale psicologico e fisico.

«C’era la famiglia di Fabio Gloria venuta da Palermo. Fabio è morto nel carcere di Terni il 28 gennaio 2023. È stato classificato come suicidio, ma da molti elementi si capisce benissimo che Fabio non si è suicidato…cioè ci sono segni evidenti di percosse sul suo corpo. Per questo la famiglia Gloria non ha mai creduto che fosse stato suicidio. Quindi oggi sta lottando per ottenere giustizia e verità.

C’erano i fratelli, la mamma e il padre di Patrick Guarnieri, il ventenne morto nel carcere teramano di Castrogno il 13 marzo. Il ragazzo, affetto da patologie, era incompatibile col regime carcerario, anche questo classificato come suicidio. Anche in questo caso la famiglia non crede e lotta per avere verità e giustizia!

La sorella di Stefano Dal Corso urlava con forza “GIUSTIZIA e VERITÀ”. Stefano Dal Corso è il ragazzo di 42 anni del Tufello, morto in cella in Sardegna nell’ottobre 2022. Non si è suicidato come si è detto all’inizio, ma sarebbe morto a seguito di un’aggressione avvenuta in carcere.

Santo Perez di solo 25 anni morto nel carcere di Parma nella sezione di media sicurezza il 16 maggio 2024. Il ragazzo responsabile di un’aggressione ad un agente della Polizia penitenziaria era stato collocato in una sezione per detenuti con problematiche di sicurezza. Ma il giorno dopo il ragazzo è morto ed anche in questo caso è stato classificato come suicidio. La mamma e i suoi parenti erano presenti alla manifestazione e ci hanno colpito profondamente, soprattutto la mamma mentre leggeva una lettera in lacrime per il proprio figlio.

Carmine Corallo era un detenuto di 61 anni. Si trovava nel carcere di Poggioreale(Napoli). Era malato ai polmoni ed è morto venerdì 21 luglio 2023 all’ospedale Cardarelli, dove era stato trasferito d’urgenza dal carcere napoletano. Sebbene già nel 2015 gli fosse stata riconosciuta l’incompatibilità con il regime detentivo, un nuovo cumulo di pena aveva fatto sì che lo scorso maggio Corallo rientrasse a Poggioreale, nonostante le sue gravi condizioni di salute.

Condizioni che erano in costante peggioramento, tanto che il suo legale, Gandolfo Geraci, aveva presentato un mese fa una nuova istanza di scarcerazione, ignorata dall’autorità giudiziaria. Alla manifestazione la moglie colma di tristezza, ha indossato una maglia con la sua foto chiedendo giustizia.

Presenti anche i fratelli che ormai lottano da anni per avere giustizia e verità per Di Nino Andrea, 21/05/2018, morto nella casa circondariale Mammagialla di Viterbo. Il ragazzo aveva chiamato la madre poco prima per chiedere un cambio d’abiti in vista di un’udienza. Quindi nulla lasciava presagire il terribile gesto. La famiglia lotta per avere verità e giustizia non credendo assolutamente che Andrea si sia suicidato.

Alla manifestazione la sofferenza la si leggeva nello sguardo di ogni presente, di tutti i familiari, col cuore gonfio di dolore.

Alla fine della manifestazione ci siamo affacciati tutti dal balcone del Gianicolo che dà sul carcere di Regina Coeli, che in questi giorni sta protestando pacificamente. L’emozione era grandissima perché noi cantavamo “indulto e amnistia” e i detenuti ci rispondevano con una delle parole più belle che possano esistere “LIBERTÀ”.

La mia riflessione è che chi sbaglia, chi commette reati è giusto che sconti la propria condanna, perché ci sono delle leggi e le leggi vanno rispettate. Ma come deve rispettarla ogni cittadino comune di questo paese, anche le istituzioni di qualsiasi genere devono rispettarle. Le istituzioni commettono reato tutti i giorni non rispettando la Costituzione e così facendo le istituzioni si mettono alla stregua di qualsiasi criminale, se non peggio, proprio perché loro rappresentano la giustizia.»

- Advertisement -spot_img

Ultime Notizie

NOTIZIE CORRELATE