Il sindacato sollecita la Regione a un cambio di metodo: non bastano tavoli d’emergenza, serve un coordinamento strutturato con le parti sociali per una strategia di lungo periodo sullo sviluppo e l’occupazione
La Cisl Puglia lancia un appello alla Regione: non è sufficiente convocare tavoli di crisi per affrontare singoli problemi aziendali. Il sindacato sottolinea la necessità di un approccio più ampio e coordinato con le parti sociali per discutere delle questioni strategiche dei diversi settori produttivi.
Secondo la Cisl, è indispensabile un monitoraggio costante del sistema economico e delle aree di crisi, come già avvenuto in passato, per analizzare la situazione generale settore per settore e territorio per territorio. Il sindacato critica la modalità con cui vengono convocati i tavoli d’urgenza della Task Force regionale, spesso privi di una visione d’insieme e di un confronto preventivo con tutti gli attori coinvolti. Un esempio è la convocazione del tavolo del 6 febbraio sulla crisi del settore chimico, ritenuta priva del necessario coinvolgimento delle parti sociali e delle aziende interessate.
Cisl Puglia avanza il dubbio che tali incontri possano rispondere più a logiche politiche che a reali tentativi di risoluzione delle criticità. Per il sindacato, è fondamentale un cambio di metodo: invece di rincorrere le emergenze, si dovrebbero analizzare preventivamente i segnali di crisi provenienti dai diversi territori.
Altro nodo irrisolto riguarda l’occupazione femminile e giovanile, problemi cronici della regione. Servono strategie di lungo termine e un utilizzo mirato delle risorse, tra cui i fondi di coesione e i progetti del Pnrr, per ottenere reali benefici occupazionali in termini sia quantitativi che qualitativi.
Affrontare le vertenze regionali richiede non solo risorse, ma una chiara visione del futuro del tessuto produttivo, valorizzando i settori trainanti dell’economia locale. La Cisl Puglia propone un patto sociale di corresponsabilità, basato su contrattazione, partecipazione e coinvolgimento di tutti gli attori economici e istituzionali, per progettare interventi strutturali e incisivi.
La contrattazione collettiva resta, secondo il sindacato, l’unico strumento efficace per garantire retribuzioni adeguate, senza affidarsi a interventi normativi regionali o comunali, che spesso non trovano legittimità giuridica. La povertà lavorativa, infatti, non dipende solo dal livello dei salari, ma anche dal numero di ore lavorate, dalla composizione familiare e dal sistema fiscale.
Se non si adotterà una strategia di lungo periodo, la Cisl teme che si continuerà ad affrontare le crisi con soluzioni tampone, destinate a riproporsi ciclicamente senza una vera risoluzione dei problemi strutturali.









